mercoledì 12 febbraio 2025

È TEMPO DI TRASFERIMENTI?

  Ben trovati, mi chiamo Alessandra e insegno alla Salvo. Sono docente di lettere in tre classi su quattro, rivesto il ruolo di preposto, cioè fiduciaria di plesso. Non sono infallibile, non sono di ferro, non sono immortale, neanche indispensabile.

 Sono onorata del mio lavoro, lo considero uno di quelli fondamentali nella società civile: educazione, istruzione, insegnamento, guida, esperienza, qualità; perché qualsiasi adulto passa attraverso scuola, maestre, professori.

 A maggior ragione quando presti servizio in una sede distaccata, di periferia, nella Terra di Mezzo tra due province, due realtà differenti tra rurale e industriale, paesano e cittadino, campagnolo e urbano, sei un privilegiato per tutto quello che puoi realizzare, costruire, improntare.

 C'è da rimboccarsi le maniche, combattere, a scuola come in altri luoghi, bastione di cultura e rispetto, esempio di correttezza, giustizia e perseveranza - pure virtù teologali, dice.

 Non c'è una biblioteca, non ci sono luoghi di ritrovo a misura di ragazzo, non ci sono abbastanza spazi liberi ed attrezzati, quanti minori vedono un futuro nel posto in cui sono nati e cresciuti?

 Perché dovresti rimanere in una piccola sede, in un luogo sperduto o lontano da casa? Potresti lavorare dove la situazione socio-economica è migliore, ad alto rendimento, lingua italiana perfetta, nessun conflitto con le famiglie, rispetto a prescindere, autorevolezza dell'insegnante, librerie e musei, spazi espositivi e profumo di scoperta.

 Pensateci.

 E fatemi sapere.

2 commenti:

  1. Lo sai che lavoro in una piccola sede, un paesino, ormai da anni, dopo l'esperienza di Civitavecchia. Anche lì i problemi non mancavano, eppure è una "città". Ho lavorato nella sede dei nuovi quartieri, in quella a due passi dal carcere...non mi sono fatta mancare nulla. Ho capito subito però che è proprio lì, dove puoi fare la differenza anche per uno solo, che il tuo lavoro ha un senso. La scuola è di tutti e per tutti, ma soprattutto per chi, al di fuori di questa, non ha mezzi, non ha famiglia, non ha regole nè protezione. E tanto, ma tanto, fanno i tuoi colleghi nella scelta se trasferirti o meno.
    Io ho dovuto trasferirmi, Civitavecchia era davvero troppo distante ogni giorno, ma ti assicuro che avrei voluto portare tutti con me. Soriano però non mi ha delusa, ho trovato un ambiente altrettanto bello, pieno di persone che si impegnano ogni giorno, a qualunque ora, domeniche incluse. Trasferirti o no? Metti tutto sulla bilancia e scegli, solo per te.

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    1. Grazie Alessandra per aver condiviso la tua esperienza 💛

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