martedì 4 febbraio 2025

LA (MIA) SINDROME DELL'IMPOSTORE

 Esiste ed è reale.

Si chiama sindrome dell'impostore, scientificamente provata: da una base di bassa autostima, non si ammette di essere abbastanza bravi e competenti da meritare un successo, il raggiungimento di un traguardo, la fine di momenti difficili.

 Nel mio caso, mi capita ancora di guardarmi intorno e di fermarmi a riflettere se effettivamente sia sicuro e concreto il mio lavoro, il ruolo che ricopro e la mansione che mi si richiede, temendo da un momento all'altro di svegliarmi da un lungo sogno, ricevere una telefonata o essere convocata da qualche Forza dell'ordine. Giuro.

 Questo è dovuto massimamente al fatto che sono arrivata tardi all'obiettivo, che sono partita da diverse convinzioni, che ho studiato all'Università Storia dell'Arte, per poi calibrare e rimpinzare esami corsi e prove pratiche. Per non parlare del mio interesse ramificato alla lettura misto frutta, che mi rode come un tarlo per intensificare e sperimentare anche un percorso formativo, magari per diventare un esperto di letteratura per ragazzi, fino ad approdare ad una meravigliosa libreria fornita ed accogliente di legno e morbide poltrone di velluto azzurro.

 Sono grandicella, tengo quarantanove primavere eppure ancora sono tanto insicura da non intervenire in certe riunioni, in alcuni convegni, non prendere la parola per esprimere opinioni perché non mi sento autorizzata al cento per cento. Per dire, secondo natura e madre di tre pargoli, ho qualche esperienza nel cassetto di vaccini malattie inserimento allattamento e via di seguito, ma come docente valgo abbastanza? Non mi convince 'sta situazione. Eppure ho sostenuto un regolare concorso straordinario, dopo alcuni anni pieni di contratto, ha cominciato con le supplenze in giro per la Provincia viterbese, mi sono fatta le ossa.

 In questo lavoro non basta mai la formazione, l'aggiornamento richiede sacrificio, l'impegno non è sufficiente a raggiungere livelli soddisfacenti.

 Credo.

 Scrupoli ortodossi o esagerati?

 Essere all'altezza delle proprie aspettative?

 Avere sin da giovane un obiettivo e perseguirlo, oppure è lecito raddrizzare la scelta, cambiare idea, adattarsi, credere di potercela fare?


Nessun commento:

Posta un commento