sabato 8 marzo 2025

NEL MAGAZZINO LIBRAIO DI MARCO POLI

  Sabato mattina ore 10:30 appuntamento a Vignanello con Marco Poli, cultore del libro e della lettura quando non impegnato per lavoro nel settore socio-sanitario. Ho conosciuto Marco qualche anno fa, volontario in biblioteca e giudice in un concorso letterario, quando mi ha contattata per donare dei volumi alla biblioteca scolastica di Faleria, poi abbiamo organizzato diversi eventi.

 Oggi mi ha invitata nel suo nuovo spazio privato, un locale al centro di Vignanello in cui ha iniziato a raccogliere la sua collezione privata di libri: con orgoglio e passione mi ha parlato dei suoi obiettivi, dei progetti e di una collaborazione per divulgare la lettura cominciando dai bambini in età scolare, bello ed entusiasmante.

 Marco è un fiume in piena di aneddoti, ricordi, personaggi ed eventi: mi vuole coinvolgere in presentazioni, letture, scambi di pagine e tanto altro. Ci sto, quando si tratta di cultura e libri nessun disturbo, anzi, solo cose belle.

 La sua associazione sta muovendo i primi passi nel mondo reale e in quello social, si rimane contagiati da tanta energia, veramente.

 E per finire, mi ha preparato una bustone di libri per i miei alunni della Salvo D'acquisto e i miei figli, troppo gentile ed altruista.

 Appena potete contattatelo, è una persona da conoscere.



giovedì 6 marzo 2025

SOLO CONTRO CHI?

  I nostri ragazzi si illudono di appartenere ad una comunità di giocatori, dicono gli esperti, senza rendersi invece conto che siedono nella loro postazione soli in una cameretta chiusa, sigillata al mondo, cuffie in dotazione che li isolano anche acusticamente dal resto dei sapiens familiari. Questo loro gioco li isola sistematicamente e inesorabilmente dalla vita reale, dal campetto, dalle sfide e dalle prove di crescita, non dico di iniziazione, ma quasi.

 Solitudine spesso si appaia a vecchiaia, vero. Però le scappatoie o gli incastri per i diversamente giovani risultano molteplici, specie nelle piccole realtà: i giardini pubblici, la pubblica Piazza, il sagrato del duomo, i cantieri edili, il circolo anziani, la ginnastica dolce, la sala lettura in biblioteca, il volontariato in Croce Rossa in chiesa nel rione in parrocchia...

 Quando arriva il momento di scegliere la scuola superiore ti spaventa il passo? Vai dove ti porta il cuore, l'amicizia o la compagnia? La solitudine è uno dei requisiti che potresti mettere in conto, se perseveri persisti ti incaponisci, maturi. Come nel praticare un determinato sport poco popolare o non presente sul territorio in modo capillare, si abbandona si mette da parte si scosta si accantona.

 Per il mio lavoro ricevo anche attestazioni di affetto quotidiane, qualcuno di sbilancia e mi scrive complimenti o me li lancia de visu. Bene, commossa, ma se mi chiedono cosa provo e vivo, allora rispondo che mi sento sola spesso, alla ricerca di confronto e collaborazione attiva. E non è una bella sensazione.

 Famiglia, anche in una situazione confusionaria e caciarona potresti provare solitudine, di affetti ascolto o confronto. Perché parlare è fisiologico, ascoltare un'arte, sopraffina.

mercoledì 5 marzo 2025

SOCRATICI CON SFUMATURE EPICUREE

  È finito il corso L2, italiano seconda lingua, nella seconda vita dei nostri ragazzi, perché la prima è in famiglia, nel paese di origine o di seconda generazione, quando si complicano i problemi.

 E già, se sei un NAI quindi appena giunto nel Bel Paese, tutto ti sembra difficile complicato fumoso, ma se i tuoi genitori ti hanno messo al mondo in suolo italico, allora sei straniero per l'Italia e italiano per la madre patria. Questo è più o meno il discorso base dei nostri alunni, che vorrebbero assomigliare a tutti gli altri senza ferire i genitori, parlare dialetto locale senza dimenticare l'idioma materno.

 Oggi, tanto per cambiare, abbiamo discorso due ore due di come si percepiscono gli alunni, quanto sono inclusi o quanto esclusi, nonostante ogni nostro piccolo accorgimento. Colore della pelle, credo, espressione linguistica, musica, preghiera, canoni di bellezza: avete mai effettivamente pensato a cosa "ci divide" e a cosa "ci unisce"? E quei piccoli sospesi tra tradizioni da portare orgogliosamente avanti, cucina tipica speziata, usi e costumi che coprono l'igiene personale, l'abbigliamento e il saluto. Perché in una cultura fortemente maschile difficilmente si vedrà in un'insegnante donna un punto di riferimento per i piccoli senza destabilizzare.

 Dialogo: si fa presto a teorizzare lo scambio, l'arricchimento, l'accettazione; sul campo la quotidianità è ben diversa, in una fase della crescita in cui ognuno prova timore del proprio aspetto, del proprio carattere, della personalità e facilmente si inibisce, si chiude.

 Mediatore culturale, amicizia, insegnante aperto e privo di preconcetti: in un ambiente scolastico sano le soluzioni possono essere molteplici, ma pensare di trovarne tante è utopia.

 Per fortuna poi ci sono i docenti illuminati, quelli socratici che guidano i loro discepoli, capiscono le esigenze, guardano negli occhi oltre le apparenze: questo lo ha detto Gatti a chiosare un suo discorso di ampio respiro filosofico.

 La Cultura, il Sapere, la Conoscenza rende liberi.

 Lo diceva uno che adesso mi sfugge.

 Poi, dopo tanto discettare e tanto arrovellarsi, ci siamo seduti attorno ad una tavola imbandita rettangolare e abbiamo condiviso gioie e dolori vegetariani e carnivori, con un brindisi iniziale dal vago colore arancione alla Sapienza, guida dei popoli.

lunedì 3 marzo 2025

HO QUALCOSA DA DIRE...

  Ho qualcosa da dire e scrivo un articolo, fatto che accade ormai da più di dieci anni, un libro e tante conversazioni.

 Oggi la mia professoressa del liceo mi ha inviato una foto, una sua novità cartacea importante: urge incontro per riallacciare vecchi discorsi e annodare fili di trame mai concluse.

 Non tutto ruota come vorrei, neanche come dovrebbe in verità: vivo in un limbo di attesa, pondero risposte e costruisco discorsi tutti miei, poi la mia amica mi chiede se le devo confessare qualcosa, se ho bisogno di aiuto e glisso, fingo, mi raffreddo come se nulla fosse, tutto sotto controllo. Niente è sotto controllo.

 Continuo a scrivere messaggi, richieste di attenzioni e desideri di confronto, sono ridicola perché non ricevo neanche risposta, vengo sistematicamente scartata, dimenticata, accantonata. Però io stoica persisto, la mia mente si arrovella nella disfatta, ipotizzo ciò che dovrei rispondere a domande mai poste e che mai verranno poste.

 Personalità complessa, fatta di solitudine cercata e attenzioni desiderate, non cancello i messaggi che mi hanno offesa, quelli che ho finto di non capire, quelli che mi hanno inviato per sbaglio in cui mi si prendeva in giro: a imperitura memoria di come sono fatte le persone, della stessa sostanza di opportunismo.

 Continuo a rimuginare, a organizzare e disdire, sperare e cucire rapporti: ancora di salvezza per il mio EGO. Vivo di questioni di principio, non manco mai alla parola data, ogni promessa è e un debito, mi vergogno se non concludo ciò che mi è stato affidato, pure se mi fa schifo.

 Mi accanisco a rimanere anche dove non vorrei per non perdere l'ultimo contatto con certe persone che altrimenti uscirebbero dalla mia vita: per queste stesse persone sono quasi invisibile, c'è del masochismo nella mia sofferenza poetica. Peccato che non sia in corsa per il Nobel della Letteratura.

 Attendo con ansia di entrare nell'Olimpo delle dee, per il momento vivo come Efesto, nella bocca di un vulcano, tutti sanno dove trovarmi, mentre forgio armi indistruttibili.