È finito il corso L2, italiano seconda lingua, nella seconda vita dei nostri ragazzi, perché la prima è in famiglia, nel paese di origine o di seconda generazione, quando si complicano i problemi.
E già, se sei un NAI quindi appena giunto nel Bel Paese, tutto ti sembra difficile complicato fumoso, ma se i tuoi genitori ti hanno messo al mondo in suolo italico, allora sei straniero per l'Italia e italiano per la madre patria. Questo è più o meno il discorso base dei nostri alunni, che vorrebbero assomigliare a tutti gli altri senza ferire i genitori, parlare dialetto locale senza dimenticare l'idioma materno.
Oggi, tanto per cambiare, abbiamo discorso due ore due di come si percepiscono gli alunni, quanto sono inclusi o quanto esclusi, nonostante ogni nostro piccolo accorgimento. Colore della pelle, credo, espressione linguistica, musica, preghiera, canoni di bellezza: avete mai effettivamente pensato a cosa "ci divide" e a cosa "ci unisce"? E quei piccoli sospesi tra tradizioni da portare orgogliosamente avanti, cucina tipica speziata, usi e costumi che coprono l'igiene personale, l'abbigliamento e il saluto. Perché in una cultura fortemente maschile difficilmente si vedrà in un'insegnante donna un punto di riferimento per i piccoli senza destabilizzare.
Dialogo: si fa presto a teorizzare lo scambio, l'arricchimento, l'accettazione; sul campo la quotidianità è ben diversa, in una fase della crescita in cui ognuno prova timore del proprio aspetto, del proprio carattere, della personalità e facilmente si inibisce, si chiude.
Mediatore culturale, amicizia, insegnante aperto e privo di preconcetti: in un ambiente scolastico sano le soluzioni possono essere molteplici, ma pensare di trovarne tante è utopia.
Per fortuna poi ci sono i docenti illuminati, quelli socratici che guidano i loro discepoli, capiscono le esigenze, guardano negli occhi oltre le apparenze: questo lo ha detto Gatti a chiosare un suo discorso di ampio respiro filosofico.
La Cultura, il Sapere, la Conoscenza rende liberi.
Lo diceva uno che adesso mi sfugge.
Poi, dopo tanto discettare e tanto arrovellarsi, ci siamo seduti attorno ad una tavola imbandita rettangolare e abbiamo condiviso gioie e dolori vegetariani e carnivori, con un brindisi iniziale dal vago colore arancione alla Sapienza, guida dei popoli.
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