venerdì 13 maggio 2016

ATTENTI ALLE PAROLE

 Come avete modo - e qualche volta piacere - di scoprire ogni giorno quel che scrivo, commento e condivido, vi sarete sicuramente accorti di quanto tenga alla forma, oltre che alla sostanza, dei miei articoli. Le parole hanno un peso, enorme, importante e nulla può essere lasciato al caso, almeno per me.
 Peso ciò che dico, specialmente quello che rimane scritto per sempre nelle pagine web, sappiamo tutti quanto sia difficile oggi gestire questi social network, quanto i ragazzi si affidino ai vari gruppi, commenti e a tutto quello che gira intorno alla rete. Pazzesco, quanto si sia dilatato il mondo in una generazione e, mi spiace ammetterlo, non tutti siamo pronti e capaci di gestire la nuova realtà.
 Perciò conta molto mantenere la calma, scegliere con cura i lemmi; il lessico ci contraddistingue, il ragionamento ci perfeziona e il canto ci esalta. Non offendo mai per piacere, per gusto sadico o roba del genere e, certo, non voglio che altri lo facciano nei miei confronti. Ponderiamo le parole, che una volta uscite dalla bocca non rientreranno mai più e, peggio, feriscono per sempre. Mentre il dolore per uno schiaffo o una sculacciata passa, l'offesa resta, ti rode dentro come il tarlo, ci rimugini e rimani basito, finché non cominci a pensare che sia tutto vero quel che hai sentito con le tue povere orecchie. I bambini credono a tutto quel che sentono, non hanno sviluppato il senso dell'ironia e, a volte, anche le loro mamme, se ne convincono.
 Non amo tanto parlare in pubblico dei miei articoli, mi imbarazza, come se avessi una doppia personalità, che ci posso fare? È così.

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