sabato 23 novembre 2019

QUEI PICCOLI VIRUS

 Il piccoletto, classe 2009, è un cestista convinto ormai, la squadra - composta da coetanei e 2010 -  ha bisogno di lui, come di tutti gli altri suoi amichetti, quindi si va a Viterbo, in una palestra scolastica per tifo, supporto e coccole.

 Si giocano sei tempi da dieci minuti l'uno, effettivi, come i grandi, perché se  ilgioco si interrompe anche l'orologio viene bloccato.
 Ci sono tutti quando arriviamo noi, con un leggero ritardo: neanche il tempo di riscaldarsi, dopo aver indossato il nuovo completino sul lato bianco: Fabio li segue da bordo campo, mentre Daniele sta al cronometro conta-punti.

 Agguerriti i piccoli atleti, genitori sulla loggetta tranquilli: si trotta, si galoppa, si corre da un canestro all'altro senza sosta, senza respiro e chi vuole perdersi la palla? Tenuta stretta con le braccia, i gomiti e, se necessario, con le ginocchia e i piedi, fallo!

 Qualcuno perde la calma più facilmente di altri, qualcuno arriva a commettere cinque falli per cui deve lasciare il campo ed essere sostituito, qualcuno sbaglia i tiri liberi e c'è chi invece leggero salta da fuori area, tre balzi e centra!

 E poi si arriva alla fine: in fila, le squadre si scambiano il saluto, quindi una "bella" foto ricordo, tutti rossi sudati stropicciati.

 Gioco veloce, nessuno che sta a guardare, tutti coinvolti, più o meno perfetti nel lancio, qualche spallata tra quelli massicci, mentre i più mingherlini sgattaiolano via, tutto entusiasmante per noi grandi che restiamo a guardare, per le mamme poi, sono tutti speciali!


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