Ragiono di nuovo del Paesello mio, quello abbarbicato alle pendici del Monte, che cerca di ringiovanirsi ma che soffre alle fondamenta.
È arrivato il nuovo anno e ci siamo resi conto che il cinema non riaprirà, purtroppo; un'attività ben avviata, ventennale sta per tirare giù la serranda, in modo definitivo. Non si discutono le ragioni per cui i titolari delle attività abbiano preso le loro decisioni, sicuramente sofferte e ponderate, mi strugge la constatazione che non ci sia un ricambio, che il buio sia effettivo e assodato. Nessuno ha voglia di lavorare o non ci sono abbastanza fondi per rilevare le attività o quei tipi di occupazione non sono "sicuri "?
Si stanno preparando alla maturità i ragazzi del 2004, poi? Il nostro Stato ha previsto organizzato preparato pianificato? Fuga di cervelli, con questa etichetta si chiude la questione.
Giovani, futuro: lavoro casa famiglia figli.
I nostri ragazzi che non pensano a metter su famiglia perché non credono ad una Italia competitiva moderna accogliente: ma che mondo hanno preparato i politici, i loro nonni, gli adulti?
Il Paesllo mio, e molti nella provincia viterbese, perde pezzi, si definiscono servizi, settore terziario: la trasformazione prevede quartieri dormitorio come "periferia" dei grandi centri. Dormiano in posti "poveri", in cui affitti e mutuo sono sostenibili, ma poi la vita vera e attiva si sposta altrove.
E poi il trascurare i piccoli esercizi, il negozietto sotto casa a gestione familiare per rinchiudersi in grandi anonimi soffocanti ambienti iper/super/stra...ci conviene veramente? Abbiamo bisogno di vita sociale, di scambi, di parole di conforto e non di imperdibili occasioni sottocosto che ci spaccino la bontà della alghe del Pacifico o del dolce tipico tre mesi prima del dovuto e altri quattro dopo, in attesa di altra pubblicità confortante.
Aiutiamo il Paesello a non morire di noia, buio, silenzio, ma soprattutto diamo fiducia al futuro dei nostri ragazzi.
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