Con la gita di Pasquetta sono iniziate le nostre escursioni settimanali della durata di un giorno, giornate impegnative ma importanti da dedicare al divertimento e alla conoscenza, sempre per arricchire quel bagaglio culturale personale dei pargoli tanto vivaci quanto intelligenti.
Per la giornata di oggi allora abbiamo scelto l'antica città di Vulci, con i suoi scavi e la sua natura, non direi certo selvaggia, ma sicuramente avvolgente e profumata.
Il viaggio di andata è durato più del previsto, "colpa" della splendida giornata assolata che ha convinto tante persone a recarsi al mare tra Tarquinia e Montalto.
Arrivare non è stato difficile, anche se il sito rimane "nascosto" e interno rispetto alla strada principale, ma ci siamo ritrovati in aperta campagna, prati, distese di verde, mucche maremmane e cavalli alla nostra destra e alla nostra sinistra e al centro la strada di basalto che conduce a rari ma preziosi scavi, domus un tempo maestose con tanto di percorso sotterraneo da scoprire.
Abbiamo effettuato il percorso più breve, ad anello, circa 2 km di passeggiata a cielo aperto, pranzo al sacco presso una panchina coperta e vicino ad una fontanella, un continuo sali-scendi che ha fiaccato i corpi degli adulti, non certo dei bambini, elettrizzati e avidi di scoprire il rinomato "Laghetto del Pellicone" uno spettacolo che si apre tra gli alberi e rocce a strapiombo, cascatella del Fiora e cinguettio degli uccellini.
Biglietto d'ingresso 8 euro ad adulto, bimbi gratis.
Pecche: manca l'acqua potabile dalle fontanelle; le aree attrezzate lungo il percorso consistono in panchine di legno grandi e comode, ma senza tavolino; le indicazioni non sempre sono comprensibili e facili da seguire.
Al ritorno ci siamo fermati presso il Castello della Badia, per visitare il Museo archeologico, piccolo, ben fornito, peccato l'abbandono delle teche coperte da tanta polvere, i cartellini identificativi dei reperti ingialliti, ma ai pargoli è piaciuto molto il fossato perimetrale. Entrata 2 euro e per i visitatori muniti di macchina fotografica una dichiarazione scritta e firmata di non usare il flash all'interno delle sale.
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