Tutti tanto emozionati, eleganti, pettinati, tirati a lustro, ma defilati, una conferenza di presentazione snella e veloce, con tanto di omaggio "da tortura". Poi giro veloce tra vecchi abiti da esibizione, foto, tante foto perfettamente allineate su pannelli neri appesi alle pareti e cimeli preziosi, più per il valore affettivo che storico. Infine il folto pubblico si è raccolto nel cortile esterno, ha ascoltato uno spiritoso discorso di un giovane tanto emozionato quanto logorroico, che ha ringraziato tutti coloro che hanno permesso l'apertura dei locali-lavanderia trasformati in sale-mostra di strumenti da tortura.
Taglio del nastro del sindaco, un tempo spadaccino anch'esso, breve fila per scendere ripide scalette e poi brividi.
Spettacolare, ben riuscita, veritiera. Complimenti per l'idea, la tenacia nella realizzazione e il risultato finale.
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