domenica 15 dicembre 2024

ABBI FIDUCIA IN ME

 Venerdì 13 dicembre eravamo tutti concentrati nella prima aula del corridoio della Primaria XXVAprile-Civita, in sede centrale, a ragionare con la dottoressa Rossetti, il Capo e la Vice di compiti e come sopravvivere. Era il secondo incontro scuola/famiglia in calendario, dopo la pausa natalizia continueranno.

 Avevamo programmato tutta la giornata: lezioni, corso di formazione, incontro e cena dei fiduciari e affini. Siamo arrivati a fine giornata stropicciati ma felici, abbiamo attraversato la strada verso il meritato pasto.

 Ristorante al buio, corrente saltata: che si fa? Altri avrebbero desistito, ma non i fiduciari che hanno colto l'occasione per una chiacchierata/confessione a lume di candela, dopo comunque aver telefonato ed essersi accertati di un fattibile Piano B.

 Disposizione dei posti veloce quasi indolore, attesa dei ritardatari e saluti a chi invece ha dovuto rinunciare causa malanni familiari. In un alternarsi di piatti e fiamminghe abbiamo pasteggiato dialogando di scuola, guarda un po', strano! Vizi e virtù, difficoltà, continuità, cori e strumenti, tutor presenti e passati, incontri con le famiglie, colloqui e collegio, straordinario è dir poco.

 Al momento della scelta del dolce, di nuovo corrente ballerina, sarà stato un caso? Amarezza non ci hai vinto: ci siamo persi nella foresta nera, in amarena veritas, senza troppi sbattimenti.

 La fiduciaria c'è sempre e anche quando non c'è, viene cercata; la fiduciaria conosce l'orario a memoria altrimenti tiene l'agenda a portata di mano, per le supplenze del giorno dopo; la fiduciaria ha la responsabilità della sicurezza di tutti, ma teme sempre di sbagliare; la fiduciaria ci mette sempre la faccia, sorridente e distesa anche quando vorrebbe scappare; la fiduciaria non teme il freddo, non teme il caldo, ritrova il filo del discorso e la circolare; la fiduciaria accoglie e ascolta tutti,  perché conosce tutti o quasi.

UN PIRANDELLO DI EMOZIONI, FAMILIARI

  In teatro, altrimenti dove?

Spettacolo a sfondo pirandelliano di vita condominiale: in un'Illusione si alternano vizi e virtù noti, attuali, condivisi. Ci ritroviamo tutti in quelli che guardano la veranda altrui o il posto auto, le ultime foto e i progressi o gli insuccessi dei legami familiari, dal giovane al vecchio, dal genero alla figlia.

 C'è chi "non" spettegola come le comari, chi soffre di reumatismi e amnesia, chi non perdona, chi vive di paragoni, chi vede poco i nipoti e affronta male le festività, chi non sopporta lo sporco, chi tinge i capelli per ringiovanire, chi contesta, chi gioisce...

 Ottimi esempi di esistenze non virtuose, qualche motivo in più per riflettere su legami e spreco di tempo: bravissimi tutti gli attori naturalmente, ma in modo particolare i due padri che ben reggono la scena, padroneggiano il dialogo dialettale, si rispettano e si intendono sui peccati delle mogli.

 Due ore di spettacolo recitato, recitativo, ballato e applaudito per ravvivare il sacro fuoco del teatro, momenti da condividere, tempo di qualità da dedicare all'Arte.

 Ritorniamo sempre volentieri, la mia signorina ed io, sui sedili rossi del Teatro di S. Maria del Paradiso di Viterbo, perché di sentirsi parte di qualcosa di buono non ci si stanca mai.

La Compagnia delle emozioni, "Famiglie", regia di A. Bellocchio e un saluto speciale alla professoressa dell'Orioli di Viterbo Serena Panti.

sabato 14 dicembre 2024

QUELLI OCCHI DI GATTI

  Venerdì pomeriggio in aula 1, quella con l'immagine di Umberto Eco sulla porta, prime tre ore di venticinque, in assetto di formazione. Banchi a ferro di cavallo chiuso dalla postazione di Daniele Gatti, il nostro formatore, il docente dal multiforme ingegno e la doppia vita, letteraria alla sede centrale musicale in quella periferica.

 Siamo pronti, in L2 come da DM66 che non è una combinazione da battaglia navale ma da Metodologia dell'insegnamento.

 Come prodi affrontiamo la linea del tempo delle nostre pregresse occupazioni, dai primordi giovanili alle situazioni in cui ci siamo sentiti mancanti e sprovveduti.

 Ci si immerge nei lontani ricordi, nelle prime esperienze negative che ci hanno permesso di crescere e capire meglio il percorso da intraprendere, depennando il peggio, considerando limiti e ripartenze. 

 Siamo coinvolti, ascoltiamo chi vuole "confessarsi" tra incompetenze linguistiche ed eco di Valli nordiche, finché il Nostro non ci mostra testi e contesti: il vangelo secondo Pennac, l'esperienza di lettura della Wolf e le Indicazioni ministeriali del 2016, tanto per cominciare.

 Siamo tutti bravi docenti con chi è un bravo discente, ma è con i difficili che ci dobbiamo armare di strategie, dal piano orario alle tematiche condivise, dell'alfabeto al segno... che Recalcati ce la mandi buona! L'ora di lezione, s'intende, altrimenti convergiamo su Carofiglio, come estimatori dell'errore. 

 Il pomeriggio ricco di parole ed impressioni, gruppo di lavoro tra Primaria e Secondaria che diventa d'ascolto: ma quanto ci piace dialogare?

 Ci si rivede martedì.


martedì 10 dicembre 2024

GIUSTAPPOSIZIONI GRECHE

  E ci siamo ritrovati congiunti come il participio, in sala seduti con la professoressa Palombi alla scrivania di comando in posizione attributiva tra noi e l'anacoluto, perché intanto la sinestesia era fraseologica.

 Assoluto il genitivo, un sigma a indicare il nominativo maschile singolare, tra un aoristo elegante e puntuale e un aggettivo possessivo di grazia, la scure del contadino si è abbattuta sulla pietra in un allungamento sospetto: il serpente non ha per questo accettato l'amicizia.

 Mai fidarsi di un Lisia qualsiasi: il logografo lo devi pagare profumatamente se ti vuoi sbarazzare dell'amante della moglie, altrimenti chiedi a Odisseo come si è comportato con il Ciclope, povero pezzo primitivo.

 Sarà vera civiltà? Ad Euripide l'ardua sentenza, dopo tre drammoni, la fine dell'agone chiede satira, meglio se arrosto tutt'al più lessa, perché cruda lascia senza progresso.

 Odisseo simbolo di civiltà ha diviso gli animi, bevuto il vino e chiesto ospitalità, per Giove Xenio, perché Polifemo dolce e gentile tutti lo vedevamo bene tranne quell'antipatica di Galatea, ninfetta!

 Penultima lezione, si conclude martedì prossimo il corso gratuito a Viterbo. 

 E poi certi hanno il coraggio di affermare, anzi l'ardire, che il greco e, in assoluto, la cultura classica non sia più di moda...che escano dalla grotta per l'altra uscita!