In teatro, altrimenti dove?
Spettacolo a sfondo pirandelliano di vita condominiale: in un'Illusione si alternano vizi e virtù noti, attuali, condivisi. Ci ritroviamo tutti in quelli che guardano la veranda altrui o il posto auto, le ultime foto e i progressi o gli insuccessi dei legami familiari, dal giovane al vecchio, dal genero alla figlia.
C'è chi "non" spettegola come le comari, chi soffre di reumatismi e amnesia, chi non perdona, chi vive di paragoni, chi vede poco i nipoti e affronta male le festività, chi non sopporta lo sporco, chi tinge i capelli per ringiovanire, chi contesta, chi gioisce...
Ottimi esempi di esistenze non virtuose, qualche motivo in più per riflettere su legami e spreco di tempo: bravissimi tutti gli attori naturalmente, ma in modo particolare i due padri che ben reggono la scena, padroneggiano il dialogo dialettale, si rispettano e si intendono sui peccati delle mogli.
Due ore di spettacolo recitato, recitativo, ballato e applaudito per ravvivare il sacro fuoco del teatro, momenti da condividere, tempo di qualità da dedicare all'Arte.
Ritorniamo sempre volentieri, la mia signorina ed io, sui sedili rossi del Teatro di S. Maria del Paradiso di Viterbo, perché di sentirsi parte di qualcosa di buono non ci si stanca mai.
La Compagnia delle emozioni, "Famiglie", regia di A. Bellocchio e un saluto speciale alla professoressa dell'Orioli di Viterbo Serena Panti.
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