È il DM 66 che scandisce questi primi giorni di settembre, c'è una scadenza ravvicinata e allora si calendarizzano "lezioni" e incontri da remoto o in presenza, una scelta su cinque corsi.
Questa mattina in collegamento da Otranto con il DS Pietro Gallo per quattro ore, con una pausa caffè, si comincia ad approfondire il discorso valutazione, siamo una cinquantina i docenti presenti tra primaria e secondaria di primi grado.
Si inizia subito con parole e definizioni importanti, da obiettivo a sfera metacognitiva, da giudizio sintetico a pensiero algoritmico: il formatore insiste molto sulla specifica degli obiettivi che devono essere chiari e dichiarati per costruire un buon percorso di studio che vede la verifica come ultima prova. Alunni consapevoli, metodo di studio e tempi di apprendimento: non importa differenziare la disciplina, ma calcare l'importanza del linguaggio specifico, l'utilizzo proprio del lessico, imparare a leggere e comprendere il testo.
Il corpo docente deve fare gruppo, fronte comune su punti fondamentali quali una valutazione oggettiva, senza scadere nel pietismo, una coerenza nel rispetto delle regole e dei regolamenti, un approccio allo studente che prevede la ricerca del piacere di apprendere, la passione della conoscenza.
Non è un monologo del DS, ma un bel dialogo perché alcuni colleghi intervengono portando testimonianze o sollevando dubbi sull'amore per la materia da trasmettere, la media del registro elettronico, la comunicazione scuola-famiglia, i tempi da concedere per il successo formativo e le nuove idee metodologiche, le neuroscienze e molto altro.
Imprescindibile la conoscenza dei vari decreti, le nuove linee guida e le ordinanze che snocciolate così mettono paura, ma poi ci si abitua.
Insuccesso è uno dei punti nodali: accettarlo, capire gli sbagli, lavorare per il superamento e prepararsi per un'altra prova; qui diventa fondamentale un impegno dei docenti, ma anche quello degli adulti di riferimento.
Bilancio di fine incontro: combattere la discrasia, approfondire la dadalogica e la docimologia, non confrontarsi continuamente con il passato, non ripetere gli "errori" che abbiamo subito come studenti e fare innamorare i ragazzi della materia insegnata. Scritta così sembra facile?
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