Questa volta nell'aula magna della scuola in cui sono supplente da aprile, si ricorda un giovanissimo studente: aveva solo 15 anni, era una promessa del calcio, frequentava la II C, era figlio unico.
Luca viene ricordato dai compagni di classe, dai professori, dalle autorità e per ultimo interviene anche il vescovo; forte commozione di tutti i presenti: in prima fila sono seduti il padre, la madre e la nonna. Si leggono brani, il testo di una canzone di De Gregori adattata, il tutto con l'accompagnamento di chitarra e tromba.
La targa è stata affissa all'ingresso della scuola, in modo che tutti entrando la guardino e si ricordino di un ragazzo che aveva un sorriso contagioso e sognava di diventare un grande calciatore.
Sole sul tetto dei palazzi in costruzione
sole che batte sul campo di pallone
e terra e polvere che tira vento
e poi magari piove
Nino cammina che sembra un uomo
con le scarpette di gomma dura
dodici anni e il cuore pieno di paura.
Ma Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore
non è mica da questi particolari
che si giudica un giocatore
un giocatore lo vedi dal coraggio
dall'altruismo e dalla fantasia.
E chissà quanti ne hai visti e quanti ne vedrai
di giocatori tristi che non hanno vinto mai
ed hanno appeso le scarpe a qualche tipo di muro
e adesso ridono dentro al bar
e sono innamorati da dieci anni
con una donna che non hanno amato mai
chissà quanti ne hai veduti
chissà quanti ne vedrai.
Nino capì fin dal primo momento
l'allenatore sembrava contento
e allora mise il cuore dentro le scarpe
e corse più veloce del vento
prese un pallone che sembrava stregato
accanto al piede rimaneva incollato
entrò nell'area tirò senza guardare
ed il portiere lo fece passare
ma Nino non aver paura di tirare un calcio di rigore
non è mica da questi particolari
che si giudica un giocatore
un giocatore lo vedi dal coraggio
dall'altruismo e dalla fantasia.
Il ragazzo si farà
anche se ha le spalle strette
quest'altr'anno giocherà
con la maglia numero sette
RispondiElimina"Anche a pallone, mio figlio è bravo tecnicamente, ma non ha grinta, e non fa goal. Non si fida di se stesso, passa sempre, ha il terrore di fallire. Io non l'ho mai visto fare un goal, smarca con quel suo tecnicismo esasperato, bello ma inutile. Lo vedi che non è combattivo, non corre e lascia la palla all'avvenire di qualcun altro. Ma l'altro giorno, per la prima volta, ha voluto battere un calcio di rigore. E' partita da lontano la rincorsa, da 20 metri, tira, e... sbaglia. Ma io ho pianto, l'unico ad applaudire sugli spalti del campetto. Mio figlio ha tirato, mio figlio si è messo in gioco, e l'ho abbracciato e abbiamo festeggiato, come se avesse siglato alla finale di un mondiale". (Memorie di un bambino, A.Battantier, frammento di Nino, 2015).