domenica 9 settembre 2018

IL PRIMO PASSO

 Vi siete mai trovati nella scomoda situazione di non sapere bene come comportarvi con un amico?
 Intanto distinguiamo bene gli amici dai conoscenti dai saltuari e dagli imbroglioni: chi ti capisce, chi ti supporta, chi vuole solo impicciarsi della tua vita e chi ti cerca solo in certe sue importanti occasioni, per poi svanire.
 Allora una volta sistemato il gruppo di soli amici ci sarebbe da suddividere ulteriormente? Amici da una vita, amici d'infanzia, amici per caso e mai più lasciati...
 Stavo giusto riflettendo su un'amicizia particolare, di quelle storiche, che stanno lì, esistono e basta senza bisogno di nutrimento o di ossigeno, perché va oltre la pelle, oltre le parole; ma poi è giusto? Se ci si allontana, pochi messaggi e solo virtuali, pochi contatti, poche sorprese, bisogna comunque parlare di amicizia o si tratta di legame amorfo, che nessuno trova la voglia di recidere?
 Il primo passo per capire, per discutere, per fare il punto della situazione a chi spetta, dopo tanto silenzio o mezze frasi? Magari la frattura creatasi ha rotto qualcosa in modo definitivo, per cui non si potrà tornare indietro e fingere di non aver lasciato che il silenzio prendesse il sopravvento.
 E non ditemi che comincia chi ci tiene veramente, perché allora al mondo non esiterebbero tanti problemi di comunicazione o di abbandono; tutti vogliamo essere cercati, ad ognuno di noi interessa sentirsi amato e coccolato, cercato e sbaciucchiato.
 A me non piace, ad esempio, essere messa da parte, rimanere in secondo piano, tenuta all'oscuro dalle persone a me care, certo, perché dagli estranei o da chi non reputo importante mi allontano da sola, senza cercare il centro della scena. Normalmente tento  e ritento, poi magari però mi stufo, vado a scovare la famosa questione di principio, anche con un'amica storica, perché se non mi fa sapere niente lei, perché devo sempre contattarla io? Se volesse condividere con me quel poco tempo libero, prenderebbe lei l'iniziativa, tenterebbe lei un punto d'incontro o no? E non tirate fuori il solito risentito discorso del soffocamento da impegni di lavoro/casa/famiglia/spesa/Animesantedelpurgatorio: non credo che una persona adulta in grado di intendere e di volere abbia ventiquattrore su ventiquattro occupate, altrimenti non le chiameremmo ferie/vacanze/riposo/relax/staccarelaspina.
 Come mi dovrei comportare allora? Siamo tutti adulti, lasciamo da parte il comportamento infantile, delle braccia conserte, ma certo un "se ci sei batti un colpo" mi farebbe enorme piacere e non intendo i soliti messaggini, no, neanche una cena per carità, troppo impegno, però.
 Attendo un poco, poi forse...

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