venerdì 30 ottobre 2020

STRAORDINARIA-MENTE

  Ecco, sono quasi arrivata, prossima settimana mi tocca, come a tanti altri prima e dopo.

 Sale l'ansia, mi prende un leggero panico da studentessa pivella, cominciano a vacillare le mie poche certezze di sapere e saper fare, qualità che non sempre ho tenuto ferme nei miei pugni.

 E allora la mente vaga, al nulla eterno, alle morte stagioni perché mi sento avanti con gli anni, forse inadeguata a dimostrare certi pregi, ma la mia vita mi ha riservato troppe sorprese e poche certezze.

 Però mi impegno, lo devo riconoscere, a scrivere proprio come ora, a leggere - sto immersa in un delizioso romanzo della Pitzorno sull'archeologia e poco, molto poco, a studiare quegli argomenti ostici, curricolari, fondamentali per riuscire a diventare straordinaria.

 Ma se non ci riuscissi?

 Cosa pensereste di me medesmo meco?

 Non sarei sempre una donna in gamba, una mamma pasticciona, una blogger forte e decisa?

 Certo di essere una valida insegnante dovrei guadagnare il titolo, dopo aver risposto ai quesiti, digitato nel tempo concesso, tradotto dall'idioma delle straniere genti dall'altra parte della nostra regione, in terra pontina, con la compagnia del mio cavaliere, fedele vassallo sin da giovinezza.

 E poi rifletto su un possible fallimento, se quanto dovessi ottenere non fosse alla mia portata, se non riuscissi a dimostrare quanto valgo, in cattedra.

 Dovrei pensare ad un mea culpa pubblico, sonoro, magari anche ad un ritiro dalla vita activa/negotium per dedicarmi alla comtemplativa, dell'otium ciceroniano/petrarchesco.

 Cigola la carrucola, tanto gentile e tanto onesta appaio, ma forse superficiale, perché non mi applico e perdo tempo prezioso.

 Ci provo a far bene, ogni giorno sin dalla prima ora, pure referente e coordinatrice, in aula come in cortile o per le vie del borgo non dal ribollir dei vini ma alla ricerca delle testimonianze storiche materiali, come scritto nelle Indicazioni:

I docenti sono chiamati non a insegnare cose diverse e straordinarie, ma a selezionare le informazioni essenziali che devono divenire conoscenze durevoli, a predisporre percorsi e ambienti di apprendimento affinché le conoscenze alimentino abilità e competenze culturali, metacognitive, metodologiche e sociali per nutrire la cittadinanza attiva.

 

venerdì 23 ottobre 2020

PER NATALE, SOLO IL MEGLIO

  Ho aderito con grande piacere ad una importante iniziativa dell'Associazione viterbese ECOCOCCOLE; si tratta di regalare libri di qualità e a scatola chiusa per chi li riceve.

 Sono coinvolte le quattro librerie storiche del capoluogo, in modo molto semplice, ma efficace per rilanciar la lettura, per coinvolgere le librerie indipendenti, per regalare qualcosa di utile e unico alle famiglie, per supportare il territorio, per non lasciare vuoti importanti sotto l'albero, per sentirci tutti veramente solidali, per riempire il vuoto di affetto da distanza con i pensieri e le illustrazioni degli albi più significativi... Devo continuare?

 Potrei scrivere a profusione, potrei calcare la mano sull'importanza della lettura, delle emozioni, del legame indissolubile che instaura la voce di chi legge nei confronti di chi ascolta, ma soprattutto le opportunità che nascono dall'acquisizione di un certo lessico, di una facilità di pensiero critico e molto altro.

 Solidarietà, amicizia, legami, affetti e soprattutto bambini che hanno bisogno di toccare con mano la nostra presenza, ascoltare la voce del nostro cuore in un mondo sempre più connesso, ma sempre meno presente e pronto ai piccoli desideri.

 Ecco allora qualche indicazione, da parte mia, per regalare un sorriso e un momento di coccole

Per i bambini dell'infanzia:

Simone Caccapupù, Babalibri; Foto di gruppo Ediz. a colori; Camillo e le bambine Beisler.


Per i bambini della primaria:

Federico, Babalibri; La fabbrica di cioccolato, Salani; Voglio una mamma robot, Arka


Per i ragazzi delle medie:

Voglio fare la scrittrice, Lafeltrinelli;  Matilde, Salani; Ascolta il mio cuore, Mondadori; Ciao, tu, Fabbrieditori; L'amico ritrovato, Feltrinelli.


E poi naturalmente qualche spunto per gli adulti che si sono dimenticati di quando erano bambini

 Piccolo Blu e Piccolo Giallo, Babalibri; Una zuppa di sasso, Babalibri; Cos'è un bambino?, Topipittori

 Se invece cercate qualcosa da leggere, ma non sapete bene dove pescare, mi permetto di lanciare i nomi di autori indispensabili per i nostri ragazzi, rigorosamente italiani, come: Italo Calvino, Bianca Pitzorno, Paola Zannoner, Elisabetta Gnone e i classici da non dimenticare mai De Amicis, Collodi, Salgari.

https://www.facebook.com/100LibriPerNatale/?modal=admin_todo_tour&notif_id=1603461484980324&notif_t=page_invite&ref=notif







lunedì 19 ottobre 2020

MA S'È SALVATO QUALCUNO?

 Oggi giorno di consegna della lettura mensile, pure questo quei miei poveri alunni delle medie.

 Si consegna la relazione breve e concisa, perché non dobbiamo annoiare il possibile lettore del nostro volume, ma lo dobbiamo accattivare, circuire, invogliare ad afferrare il libro e portarselo a casa per trascorrere ore indimenticabili.

 Comunque sia, c'è una scaletta da seguire e regole da rispettare, come il giudizio critico e le motivazioni a leggere o meno il testo.

 Questa mattina abbiamo provato anche a cercare e soddisfare consigli di lettura: autori, genere, età, insomma a d abbinare la storia giusta al giusto lettore.

 Intanto vanno per la maggiore le storie sdolcinate, romantiche, vissute e logore che poi finiscono bene, in modo nettamente positivo per la ragazza innamorata del belloccio di turno; poi a seguire i manuali delle cose da fare entro una certa età, reggono bene Harry e Percy.

 Poi la domanda fatidica:

"Ma qualcuno vive ancora degli autori che leggiamo?" Certamente, rispondo io e poi comincio a riflettere.

 Da dove muove questo quesito ingenuo eppur spinoso? I nostri ragazzi hanno poca dimestichezza con le presentazioni dei libri, gli eventi, le librerie che ospitano quelli vivi e vegeti? La scuola e i famigerati programmi scolastici sono troppo distanti da gusti e amori? Si studia solo il classico, vecchio, sotto formaldeide, che puzza di naftalina?

 O sta la colpa nella letteratura di secoli passati e lontani dai nostri gusti?

 Chiedo, per capire e spiegare.

 Intanto procede a ostacoli il percorso della passione di lettura da suscitare, inalare, assorbire e per il prossimo mese, i malcapitati alunni hanno da scegliere altro testo, altra avventura.

domenica 18 ottobre 2020

CHI VIAGGIA, CHI CASA

  Lo scorso fine settimana mia sorella si è organizzata con altre nove persone (José, Mar, Edu, Merce, Néstor, Inés, Alejandro ed Eva) per scalare i Pirenei: hanno affrontato un viaggio di quattro giorni alla scoperta di un paesaggio roccioso e impervio, difficile da scalare quanto affascinante per mettersi in gioco.

 Non serve molto: un pulmino, abbigliamento comodo e adatto, moschettoni e corde, ma anche tanta grinta e buona volontà fisica per superare le altezze, oltrepassare le passerelle, arrivare in cima.

 Casa su quattro piani in cui riposare e preparare i pasti, giro turistico eno-gastronomico, spesa in comune, bellezze storico-culturali: affascinati tutti dallo sforzo, dalla sorpresa e dal trovarsi insieme bene, anche se provenienti dai quattro angoli di Alicante, ognuno col proprio lavoro, ognuno con la propria storia. E poi se nell'escursione ci si fa male, si sopporta una storta, allora basta massaggiare, stendere pomata e stringere forte una benda, quelli tosti fanno così.

 Lascuarre, Graus, Cañon de Añisclo, sono le località toccate nella scoperta di una parte della Spagna che non conosceva, quella nazione che l'ha adottata come cittadina d'Europa.

 È fatta così mia sorella, una gitana, una pellegrina, che gira per il mondo con poco bagaglio e tante foto, cartoline da magnetizzare allo sportello del frigo. Poi quando la nostalgia si fa più forte, torna a casa, dice lei, al paesello suo, al Pisciarello di Soriano.

 Intanto oggi, domenica 18 ottobre, è di nuovo alle prese con borse e valigie, perché ha deciso un trasloco, per fine mese cambia di nuovo vita, spagnola.

https://www.facebook.com/angela.corsi.98




venerdì 16 ottobre 2020

GIÙ LE MANI DALLA SCUOLA

  Un mese dall'incomincio, esattamente un mese dalla mia presa di servizio.

 Come stiamo a scuola? Bene, anzi benissimo. Perché li vedo in faccia, anche se mascherati, sorrido e li prendo in giro, mi guardano negli occhi quando combinano qualcosa di sbagliato, mi consegnano i compiti per casa, scritti sul foglio, nel raccoglitore e leggono ad alta voce, davanti ai compagni, titubanti con un po' di vergogna, ma si confrontano e sono contenti degli apprezzamenti, certo un po' meno delle pecche condivise.

 Stiamo a scuola per sei ore, seduti, ci alziamo se possiamo, per espletare i bisogni, ne prendiamo nota; siamo forniti di un attrezzo che chiamare lavagna lo rende importante, ma va bene lo stesso.

 Non siamo armati di registro elettronico, la LIM sta solo nell'aula di terza, ma l'audio stenta; non abbiamo un'aula multimediale, ah anche la linea internet risulta dispersa nel corridoio; una stanza sta chiusa perché piove dal soffitto; la palestra per il momento non si utilizza.

 La biblioteca, quella sì, perché ci aspetta dallo scorso anno, piccola ma fornita, ricca di volumi scelti-acquistati-donati-rimediati-riciclati.

 Nessun distributore di liquidi, o ti porti qualcosa da casa o appena puoi corri al bar, perché neanche il telefono fisso dà segni di vita.

 Siamo in pochi, ma buoni molto buoni e ci si aiuta, ci si sorregge, ci si appoggia, ci si sostituisce.

 Siamo in mano ad una bidella che se potesse ci farebbe cambiare anche le scarpe all'entrata, ci sanifica, ci pulisce, ci lustra il corridoio e i servizi più volte durante la mattinata...e ci aiuta, in tutto.

 La SCUOLA non è l'edificio, o almeno non solo quello, certo uno meraviglioso stile finlandese non ci farebbe schifo, anzi.

 La SCUOLA è fatta dal gruppo, dall'unione di più generazioni, dall'incontro di cultura e di culture, da regole da seguire sempre e comunque, da rispetto per il compagno fragile, la compagna timida, la mascherina a posto, la consegna del libro del mese, il materiale completo, la conversazione in lingua, la certificazione completa, il libretto compilato.

 Perché chiudono le scuole e privano i giovani di tutto questo, invece di potenziare i trasporti, migliorare la sanità pubblica e formare tanti nuovi operatori sanitari?

 Perché l'alternativa sta nel lasciarli a casa davanti ad una classe virtuale senza contatti reali?

 La scuola non si può sostituire tanto facilmente, anzi non si può proprio sostituire.

 E poi non vi ho parlato degli insegnanti "straordinari"...

sabato 10 ottobre 2020

PASSEGGIATA DI COLORI

  Sabato mattina limpido che invoglia a camminare.

 E noi abbiamo prenotato la passeggiata gratuita organizzata dal Comune con l'architetto paesaggista Marco Arriga, si parte dal piazzale della Faggeta e ci si inoltra nel bosco impoverito e si scopre, a cominciare dal primo slargo, dalla camera magmatica alle rocce effusive, intrusive, ceneri e camino vulcanico, senza tralasciare il sistema vicano.

 Piacevole camminare tra il marrone delle foglie a terra, il sottobosco di sambuco e il verde delle chiome che si contendono il raggio di sole; abbiamo capito la tattica del seme del faggio, la posizione dei licheni, l'importanza del tronco caduto a terra. Tracheite, peperino, tufo a portata di cristalli; umidità e radici a disporsi come contrafforti per stabilizzare un poco la pianta centenaria sbattuta dalle raffiche di vento.

 Un Sito di Interesse Comunitario, studiato e mappato dai programmi universitari; alberi cedui e pascolo di animali domestici: tutto questo e molto altro a portata di spiegazione semplice e chiara, per tutti i partecipanti.

 Come cambia la popolazione boschiva, quali specie sono autoctone e quali importate e infestanti, quando tagliare un esemplare e quando non intervenire.

 Neanche a sottolineare la bellezza dei colori che ci hanno accolti: la Natura in autunno stupisce anche gli occhi più avvezzi, a cominciare dal rosa della distesa dei ciclamini, il verde intenso del muschio ai tronchi centenari e l'argento screziato dei licheni che attestano la purezza dell'aria.

 In circa due ore di percorso per due chilometri di scarpinata in dislivello, la Faggeta da scoprire, amare, passeggiare e con l'aiuto di un esperto come Marco, un grande piacere.

 Sono iniziative particolari, molto interessanti, che ci permettono di conoscere ancor meglio il nostro Patrimonio, con la possibilità di chiedere spiegazioni, confrontare vari habitat e apprezzare nella giusta misura quanto ci circonda.

 Da parte mia, ancora un grazie alla professionalità e alla simpatia di Marco Arriga.











giovedì 8 ottobre 2020

E QUEL GRAZIE?

  Chiacchiere tra adulti, commenti ai commenti, parole su parole, brividi gelidi.

 Quanto sia diventato semplice abbattere il lavoro di una persona, ultimamente.

 Riusciamo a montare un caso acclarato, manifesto, raccapricciante sul sentito dire, sul mio amico lo ha sentito da un suo amico, sul non può essere che così...

 Si indaga, si scava, si interroga, ci si accanisce fino a quando la realtà da noi ipotizzata e immaginata non sia costruita, davanti ai nostri occhi, così come l'avevamo disegnata con i messaggi, le note vocali di gruppo, d'amicizia e affinità simili.

 E poi i social, embè, i social sì che ci aiutano a smascherare, lanciare frecciatine, cogliere nel segno, punire e far arrivare al diretto interessato la nostra indignazione, il nostro insindacabile giudizio, la nostra considerazione giusta e assoluta.

 Facile giudicare quando non si è coinvolti, quando si guarda la realtà dal proprio angolo di soggiorno, quando non si è parte integrante del gruppo di lavoro, ma ci si sente autorizzati a colpire per affondare.

 Perché tutte le nostre considerazioni sono esatte, tutte le nostre recriminazioni hanno un senso, tutti i colpi che possiamo sparare devono essere sparati, costi quel che costi anche chiamare in causa gli alti livelli, la legge, la bilancia della dea Athena.

 Come mai si fa tanto presto a sottolineare un errore, una mancanza, uno sbaglio, che riesca a sotterrare l'impegno di una vita? Tanta dedizione, tanti piccoli passi, tanto sudore annientato da una chiacchiera, un'esistenza senza macchia e raccogli quattro grazie scarsi.

 Mah.

martedì 6 ottobre 2020

SIMULARE, SIMULATA, SIMULAZIONE

  Ci siamo, in aula magna, tutti armati di portatile, ognuno stravolto a suo modo dalle corse, dal pranzo veloce, dalla lezione lontano; qualcuno ostenta sicurezza, qualche altro mostra un'espressione placida ma guardinga. Tutti pensiamo allo stesso modo: siamo davanti ad una potenziale figuraccia, magari si scrive qualche stupidaggine e tutti se ne accorgeranno.

 Si tratta di una lezione particolare per potenziali insegnati che di fatto ogni mattina entrano in classe per espletare il proprio compito, praticamente i precari, col contratto a termine che viaggiano da un capo all'altro della provincia da diversi anni, su più fronti.

 Dopo un primo incontro pomeridiano chiarificatore con le Presidi in cattedra a sollecitare e consigliare, l'appuntamento con le parole scritte è arrivato: mettiamoci in gioco, produciamo; bisogna concretamente elaborare per iscritto cosa si intende trasmettere del pensiero di un poeta, quali metodologie usare per illuminare le menti, quali percorsi intraprendere per essere civili, quali libri consigliare per una lettura di pari opportunità.

 Bene, ma non benissimo.

 Attenzione a scrivere con la tastiera, non pigiare qualche tasto sbagliato che poi il testo scompare, dosa bene il tempo, perché 125 minuti per cinque quesiti volano, specialmente se poi devi tirare fuori dal cilindro una UDA interessante e originale, accidenti a me!

 E poi il blocco...un attimo di smarrimento sui volumi da consigliare a tema, il vuoto. IO che di mestiere dovrei conoscere e argomentare, per una frazione lunghissima non sono riuscita a visualizzare alcun titolo interessante, capita.

 E allora si consegna, anzi si invia il modulo, senza tanti ripensamenti.

 Ora si attende la correzione collettiva, punti forti e meno forti della prova, prima simulazione andata.

 E a fine serata arriva il messaggio della destinazione, regionale, puntuale, lontana, agognata ma temuta. Che il Cielo ci assista, che il Covid giri alla larga  e che il giorno sia straordinario.

giovedì 1 ottobre 2020

DICHIARAZIONE D'AMORE

 È stata un'estate di passione per il cambio di modalità di reclutamento, per il nuovo sistema di domande, per le iscrizioni ai vari concorsi, sempre in procinto di partire, nel più totale caos di notizie, anticipazioni, novità e suggerimenti.
 Ho temuto fino all'ultimo di non poter tornare nella sede di lavoro che avevo abbandonato in fretta e furia con il Decreto di marzo, ho creduto improbabile poter ritrovare i miei alunni, ho sperato di poterli rivedere davanti a me più alti e maturi di come li ricordavo a distanza.
 Mi avevano cercato durante i mesi estivi, avevamo mantenuto attivo il gruppo di messaggi, i loro genitori mi hanno più volte interpellata per la continuità di insegnamento, mi sono commossa a leggere le loro mail, tra il serio istituzionale e il dolce amichevole.
 Ci siamo ritrovati e ne sono particolarmente felice, glielo ripeto ogni giorno entrando in classe, mascherina-munita, li ho martellati da subito con il libro del mese, la presentazione alla classe e i consigli da sfoderare, i grandi temi costituzionali e la geografia mondiale, abbiamo tanto da imparare e un appuntamento per giugno di grande rilevanza, ma prima ci aspetta Dante.
 Respiro a pieni polmoni.

 Perché allora al paesello mio non vado bene per nessun avvenimento che è stato inserito in un programma lungo un mese?
 Perché non sono degna di presentare un libro, di partecipare ad una tavola rotonda, di portare la mia esperienza?
 Perché quando ho chiesto in tempi non sospetti della biblioteca comunale nessuno mi ha risposto o chiarito dei passaggi?
 Perché mi chiamano e mi cercano Dirigenti Superiori per la mia passione letteraria, ma vengo invece snobbata da chi mi sta al fianco?
 Perché registro più di mille lettori ad articolo di questo blog e poi nessuno mi manifesta aperta vicinanza o appoggio?

 Non sono brava abbastanza, non sono giusta, non sono in gamba quanto altri.
 Solo questo mi viene da pensare in risposta a questo ostracismo in casa.
 Per fortuna nel fine settimana devo telefonare a qualcuno di importante e organizzare un incontro in città per parlare di libri, magari rimedio qualche complimento.