Lo scorso fine settimana mia sorella si è organizzata con altre nove persone (José, Mar, Edu, Merce, Néstor, Inés, Alejandro ed Eva) per scalare i Pirenei: hanno affrontato un viaggio di quattro giorni alla scoperta di un paesaggio roccioso e impervio, difficile da scalare quanto affascinante per mettersi in gioco.
Non serve molto: un pulmino, abbigliamento comodo e adatto, moschettoni e corde, ma anche tanta grinta e buona volontà fisica per superare le altezze, oltrepassare le passerelle, arrivare in cima.
Casa su quattro piani in cui riposare e preparare i pasti, giro turistico eno-gastronomico, spesa in comune, bellezze storico-culturali: affascinati tutti dallo sforzo, dalla sorpresa e dal trovarsi insieme bene, anche se provenienti dai quattro angoli di Alicante, ognuno col proprio lavoro, ognuno con la propria storia. E poi se nell'escursione ci si fa male, si sopporta una storta, allora basta massaggiare, stendere pomata e stringere forte una benda, quelli tosti fanno così.
Lascuarre, Graus, Cañon de Añisclo, sono le località toccate nella scoperta di una parte della Spagna che non conosceva, quella nazione che l'ha adottata come cittadina d'Europa.
È fatta così mia sorella, una gitana, una pellegrina, che gira per il mondo con poco bagaglio e tante foto, cartoline da magnetizzare allo sportello del frigo. Poi quando la nostalgia si fa più forte, torna a casa, dice lei, al paesello suo, al Pisciarello di Soriano.
Intanto oggi, domenica 18 ottobre, è di nuovo alle prese con borse e valigie, perché ha deciso un trasloco, per fine mese cambia di nuovo vita, spagnola.
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