Non è casuale la data di questo articolo, 4 Novembre.
I ragazzi del '99, l'ultima leva, chiamati a partecipare al Primo Conflitto mondiale, ce ne parla Gabriele D'annunzio, coloro che avevano compiuto diciotto anni, combattono per la Patria, rispettano il loro Dovere di figli e di Italiani.
Il padre di mio marito nasceva in una Capitale bombardata, nel febbraio del '44: ha frequentato il Liceo Classico, ha studiato alla Sapienza laureandosi con soddisfazione.
Io sono cresciuta respirando la diossina di Seveso e la nube di Chernobyl, per esempio.
E i miei figli? Nati nel Nuovo Millennio, sotto il segno degli scambi culturali Erasmus, nell'orizzonte aperto della globalizzazione, lontani nel tempo e nello spazio dalla Guerra Fredda, dalla schiavitù, dallo sfruttamento minorile, dalla desertificazione, quale futuro hanno assicurato?
Il grande non frequenta le lezioni nel capoluogo, sta a distanza, fa parte del gruppo dei nuovi untori, quelli che prendono l'autobus alla fermata dei giardinetti alle 7:00, gli altri due arrancano, si destreggiano tra mascherine e disinfettante, quarantena più o meno, ma al mattino entrano nell'edificio sacro, ancora almeno.
Ai miei tempi tutti volevano fuggire da scuola, al termine della terza media, trovare un lavoro e guadagnare l'indipendenza; ora li cacciamo noi adulti e governanti dalle aule, sbarriamo loro la strada con il nastro giallo e nero a terra, del percorso a ostacoli/segui le impronte.
L'Europa ci impone di fermare l'abbandono scolastico, di educare giovani uomini e coraggiose donne pronte per i nuovi scenari, competitivi, poliglotti, in una sfida continua di formazione permanente che dura tutta la vita, per la dignità e la completezza della persona.
E invece?
Scuole chiuse, serrate, con il segnale debole, la connessione a velocità criceto, gli strumenti a rendere, i giga con i punti del supermercato, i video come sostitutivi dell'insegnante, i tutorial per ogni ricetta di fantasia, i programmi RAI per la maturità.
La maturità?
Come si guadagna la maturità, come si dimostra, come si spende?
Sono inutili i nostri ragazzi? O addirittura sono dannosi? Non voglio crederci e non ci credo.
Hanno il sacrosanto diritto di vivere la loro giovinezza, le prove, gli sbagli, le sconfitte e la gioia della vittoria, anch'essi.
Non a casa, da remoto, collegati ad un filo, davanti allo schermo, con la telecamera spenta e google drive pronto a suggerire, no.
Ed io, che sono una docente quasi straordinaria, mi rifiuto di essere paragonata o peggio sostituita da un avatar, così come nessuno dovrebbe subire.
https://formiche.net/2014/07/la-leggenda-dei-ragazzi-del-99/
La vignetta presa da La Repubblica di oggi.
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