domenica 28 novembre 2021

LA SORIANO CHE FU

  Seguo la vita culturale del Paesello mio, mi piace sentir narrare, ricordare, conoscere. 

Sia ben chiaro però che non rientro nella categoria del Laudator temporis acti e anzi mi risultano particolarmente antipatiche le persone che stavano meglio quando si stava peggio, che i giovani di oggi sono bamboccioni,  che una volta c'era più rispetto...

 Intanto perché questo è il mondo, è la società che ci hanno preparato, organizzato, lasciato e trasmesso, chissà come si evolveranno.

 Comunque, ho partecipato alla presentazione di un libro "storico-biografico" su un personaggio ben conosciuto nel secolo scorso, un vicino di casa del Pisciarello mio, di una comunità che è passata e certo non tornerà: del vicinato rumoroso e scapestrato, del cappello-cappotto-cravatta della domenica tutti a messa, della famiglia patriarcale, dell'autorità della Scuola.

 Breve dibattito intorno al soggetto del libro, alla Storia locale,  all'interesse che va scemando per la Memoria e le vestigia, i personaggi del posto a cui dedicare una via: perché non ricordiamo, perché non conosciamo, perché non ci informiamo?

 La scuola, sempre tirata in causa.

 Il racconto degli anziani, che certo oggi non stazionano davanti al camino con i piccoli intorno ad ascoltare. 

 I social, eccoli.

 La frenesia, il poco tempo, altri interessi...

 Facciamola un'analisi sociologica, intervistiamo i cittadini, intanto però cominciamo a riprendere a frequentare i luoghi di Cultura, proponendo buona Cultura, oggi si dice ACCATTIVANTE.

 E dopo l'impegno culturale una cioccolata ci stava proprio bene.


Nessun commento:

Posta un commento