Oggi, ultima ora di lezione. Il mio tutor, ossia il docente con esperienza e competenza, che mi segue e mi aiuta in questo anno di prova, da guadagnarsi sul campo il ruolo, Francesco Ratano, lettere alla sede centrale, è venuto alla sede distaccata e mi ha seguito durante l'ora di lavoro in classe, con la terza: abbiamo letto e discusso.
Si chiama peer to peer, l'osservazione in classe, tra pari, perché si tratta di un insegnante esperto che svolge questo compito nei confronti di un altro insegnante alle prime battute.
Ratano si è seduto in prima fila e mi ha ascoltato, mi ha scrutato mentre cercavo di rendere interessante e poco soporifera la lezione: una parte geografica per illustrare le bellezze del nostro pianeta da scoprire e approfondire insieme, una parte civica, sul progetto Obbligo o verità, il diritto all'istruzione.
Illustrazioni, libri colorati, tecniche di costruzione, aurore boreali, atteggiamenti di razzismo verso il diverso: si comincia a parlare, si chiedono spiegazioni o sensazioni e la lezione viaggia da sola, scorre e non si verificano intoppi. Abbiamo anche alcuni connessi da casa, sembra che l'audio sia stato buono, per il gesticolare mio devo ancora lavorarci.
Ansia leggera, panico solo all'inizio, paura di non essere abbastanza convincente, voce tremante e domande inevase? Tutto questo e molto altro, anche se conosco il professore, anche se si tratta della classe in cui passo dieci ore settimanali, anche se la lettura ad alta voce con la discussione conseguente è la parte che ci riesce meglio.
Essere osservati, in qualche modo giudicati, non sempre risulta di poco conto, specialmente se si tratta di lavoro, in prova.
Presto andrò io a lezione dal tutor, capiterò io nella sua classe durante i lavori per osservare chi ha più esperienza e poi confrontarsi, tra pari appunto.
Che sarebbe stato semplice non l'ho mai pensato, cerco però di impegnarmi al massimo, giuro.
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