Faleria è un paesino lontano lontano, prima di Calcata e poi c'è la provincia romana, ai confini del mondo.
Per arrivare si percorre un tratto di Flaminia, curve e lunghi rettilinei con qualche cinghiale se siete fortunati, tutto scomodo.
Non ci andate a Faleria che ci trovate una scuola piccola, una sede distaccata, un gruppo di lavoro in fieri, solo tre classi, una sezione.
Non trovate altro che una scarna biblioteca scolastica, un giardino tranquillo e colorato, bambini che scorrazzano a ricreazione dietro ad una pallina di carta stagnola magari.
È un ambiente particolare, dove non ci si diverte, dove si creano pochi stimoli, dove diventa macchinoso organizzare e portare a compimento progetti e lavori di classe.
Ci sono pochi alunni talentuosi, qualcuno legge di malavoglia, qualcuno suona nella banda comunale e pochi altri stimoli, forse sportivi.
Per non parlare di chi ci insegna, mammamia!
Perfida e rompiballe quella di lettere che si crede pure intellettuale, una fissata con la lettura i libri la scrittura. Una vera piaga.
Non ci andate, ve lo consiglio, che poi mi incontrate lì a chiacchierare o sulla piazzetta a prendere un caffè ristoratore.
E io mi sento come a casa mia ormai, dopo tre anni, comari comprese.
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