Poche certezze nella vita di un'insegnante.
A chi ispirarsi, chi prendere a modello nel bene e nel male? Come procedere, come spiegare e divulgare, come interessare e accattivare?
Non mi è mai capitato di parlare con qualcuno che non ricordasse la maestra o un professore, un episodio scolastico difficile o un voto sudato.
Questa mattina finalmente sono riuscita ad incontrare di nuovo la professoressa Sarlo, dopo tanti mesi: le ho portato una copia del libello mio che proprio lei ha corretto in bozza e di cui ha sollecitato l'imprimatur.
Soddisfazioni.
E parlando con la Sarlo mi sono venuti proprio in mente Virgilio che è guida per Dante attraverso l'aldilà e Brunetto Latini, che invece il Sommo schiaffa all'Inferno XV canto, terzo girone settimo cerchio, povero Brunetto!
Siamo rimaste sedute due ore al tavolino di un bar a pianificare la nostra vita intellettuale, da scrittrici, oltre naturalmente a filosofeggiare di scuola generazioni e scontri di generazioni a scuola.
Ancora devo promuovere la mia opera prima, ma tanto mi prudono idee che, sfacciatamente, ho coinvolto la professoressa in un'opera bidimensionale, bustrofedica, alternata: botta e risposta, intervista, dialogo alla maniera socratica/ciceroniana, fino a scomodare Boezio o Erasmo da Rotterdam e l'elogio della Pazzia.
Scrivere ha senso? Confrontarsi conviene?
La professoressa ha rinunciato al suo profilo social davanti a tanta insistenza di ignoranza e accanimento volgare; io resisto per promuovere idee e iniziative che altrimenti rimarrebbero nel buio, ma certo alcuni momenti è dura.
I social hanno permesso di raggiungere tutti, ma il "modo ancora mi offende...".
Comunque il dado è tratto: spunti creativi a iosa, scambi profondi e sinceri, sono felicissima di aver ritrovato la mia ex insegnante di italiano del Liceo Classico. Vedi che ci scappa un'altra pubblicazione...
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