Nessun articolo sul blog, eppure è una delle mie passioni più importanti la scrittura; elaborare e condividere, riflettere e chiedere partecipazione, nulla a livello culturale ha assunto più importanza per me in tempi non sospetti.
Stiamo lentamente ricostituendo il gruppo classe del Liceo che si è maturato nel 1994, ben trent'anni fa: un desiderio che covo da tanto, ritrovare tutti, abbracciarli e chiedere loro chi sono diventati, cosa hanno realizzato dei loro sogni e cosa ancora tengono nel cuore.
È giusto vivere di sogni, sperare attendere credere di riuscire? Meglio la concretezza e rimanere con i piedi ben saldati a terra?
Non solo ho ancora troppi desideri irrealizzati, aspiro probabilmente all'impossibile e respiro di fantasticherie che mi "tengono in vita".
Per esempio, penso di poter cambiare il modo di ragionare di certa gente, aprire lo sguardo di alcune persone, schiudere una mente o un cuore.
Ma tutto questo vale, serve, interessa a qualcuno?
E la libreria dagli scaffali di legno o la casetta con vista mare invernale?
L'affetto incondizionato dei miei pochi amici?
Il riconoscimento del mio lavoro a scuola e del libro che ho pubblicato?
Forse sono una inguardabile malata di sogni di "grandezza", una povera illusa che spera di affidare i propri pensieri ad una tastiera per conoscere e farsi conoscere.
Serata.
Riflessioni di stanchezza.
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