martedì 13 gennaio 2015

Mio padre mi diceva sempre...

 "A quel che vedi poco credi, a quel che senti non credere affatto!"
Si fa presto a parlare e a promettere, poi quando si è al dunque, quando è il momento di mantenere la parola data, tutto tace e ci si dilegua. Ma anche colui che si vanta a parole, è spesso gravemente carente nei fatti, fino a non possedere nulla di quanto elogiato, descritto, sognato.
 Capita così spesso, troppo spesso nella vita quotidiana, sul lavoro, ma anche in famiglia. La scusa, buona per ogni stagione, è il troppo stress, i mille impegni, la vita frenetica che ci portano a parlare a sproposito, a promettere impegno e dedizione che invece non possiamo e non vogliamo onorare, perché troppo presi da altro.
 Una delle bugie peggiori è l'invito volante, quello che molti usano per salutarti un giorno di questi ti chiamo per un caffè; poi ci sentiamo per stare insieme a cena, appena mi libero ti telefono e mi racconti. Siccome sono una credulona, o meglio non dico bugie, se uno mi saluta in questo modo, dal giorno dopo sono in attesa della telefonata, perché non penso si possa inventare tutto.
 Molte persone si pavoneggiano con gli amici per quanto possono spendere, per quanto guadagnano o quanto riescono a risparmiare, ma omettono magari di menzionare l'aiuto fondamentale di genitori e parenti vari, che sovvenzionano ogni desiderio e ordine.
 Ho smesso di credere a delle "amiche" da tanto tempo ormai, a quelle che ti cercano solo per sfogarsi dei loro problemi, ma rimangono completamente indifferenti ai tuoi, quelle che ti sorridono in faccia e ti sparlano alle spalle, quelle che vogliono sapere tutto di te per poi raccontarlo al bar la mattina dopo, quelle che non hanno mai tempo di rispondere a un tuo messaggio.
 Basterebbe non aprir bocca invano e soprattutto centellinare le amicizie, tutti gli altri sono semplici conoscenze e le loro parole ti scivoleranno via.




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