lunedì 30 aprile 2018
sabato 28 aprile 2018
BAMBIN - BAMBINI - BIMBI
Due notti, tre giorni soltanto al Bambin Gesù ricoverate la mia principessa ed io, per un doppio intervento ortopedico, sulla carta semplice, anche secondo le spiegazioni dei medici, esercitati e avvezzi a ben altre complicazioni; per me un calvario, non abituata alla sua sofferenza e alle urla del post-anestesia.
Un ambiente particolare, molto familiare e intimo, in cui ci si conosce presto tutti, ognuno con la sua storia, ognuno con la sua speranza e la sua diagnosi: c'è Francesco, su un grande passeggino, con la sua mamma da Frosinone, c'è Chiara con i genitori da Brescia e Mattia da Latina e tanti altri, chi con il ricovero programmato chi in urgenza. E allora ognuno si racconta e racconta della propria famiglia lasciata a casa, degli altri figli "trascurati", del lavoro che incombe, dei viaggi della speranza in altre strutture per una serie di controlli, ma poi tutte le strade portano lì, dove operano luminari, dove i macchinari sono all'avanguardia, dove il consulto è d'obbligo e il parere medico risulta il migliore e più attendibile...
E si tratta di un reparto relativamente tranquillo, quello di traumatologia, dove nessuno è in bilico sul famoso filo, si sentono pianti dirotti e inconsolabili che però passano, si rasserenano in breve; invece in altri padiglioni la vita è un soffio, una labile speranza e le lacrime uniche compagne d'attesa.
Noi familiari siamo tanto coinvolti emotivamente, anche una smorfia ci terrorizza; riflettevo però sulla quotidianità del personale, quelle persone costantemente a contatto con il dolore e la pena: quanta passione mettono nel loro lavoro? Non si può trattare semplicemente di professione, di stipendio, quando varchi quella porta scorrevole, quando ausculti il cuore di un esserino appena nato, che non sta bene, quando devi parlare con i genitori per delineare il quadro della situazione clinica...
Un impegno impressionante, una tensione continua, una prestazione oltre misura in ogni dettaglio; qualcuno li chiama angeli, non credo si allontani molto dal vero.
Quelli del Bambin Gesù.
Un ambiente particolare, molto familiare e intimo, in cui ci si conosce presto tutti, ognuno con la sua storia, ognuno con la sua speranza e la sua diagnosi: c'è Francesco, su un grande passeggino, con la sua mamma da Frosinone, c'è Chiara con i genitori da Brescia e Mattia da Latina e tanti altri, chi con il ricovero programmato chi in urgenza. E allora ognuno si racconta e racconta della propria famiglia lasciata a casa, degli altri figli "trascurati", del lavoro che incombe, dei viaggi della speranza in altre strutture per una serie di controlli, ma poi tutte le strade portano lì, dove operano luminari, dove i macchinari sono all'avanguardia, dove il consulto è d'obbligo e il parere medico risulta il migliore e più attendibile...
E si tratta di un reparto relativamente tranquillo, quello di traumatologia, dove nessuno è in bilico sul famoso filo, si sentono pianti dirotti e inconsolabili che però passano, si rasserenano in breve; invece in altri padiglioni la vita è un soffio, una labile speranza e le lacrime uniche compagne d'attesa.
Noi familiari siamo tanto coinvolti emotivamente, anche una smorfia ci terrorizza; riflettevo però sulla quotidianità del personale, quelle persone costantemente a contatto con il dolore e la pena: quanta passione mettono nel loro lavoro? Non si può trattare semplicemente di professione, di stipendio, quando varchi quella porta scorrevole, quando ausculti il cuore di un esserino appena nato, che non sta bene, quando devi parlare con i genitori per delineare il quadro della situazione clinica...
Un impegno impressionante, una tensione continua, una prestazione oltre misura in ogni dettaglio; qualcuno li chiama angeli, non credo si allontani molto dal vero.
Quelli del Bambin Gesù.
venerdì 27 aprile 2018
ANSIA ESCI DA QUESTO CORPO
Ma a voi capita mai il momento - più o meno lungo - di ansia ansia ansia...
E il cervello comincia a ragionare, proporre, controbattere, esporre e rettificare ogni minimo pensiero; ogni valutazione accresce la tachicardia e non migliora la respirazione, la capacità di discernimento si abbassa e ogni angolo diventa buio e difficile da affrontare.
Ma si può vivere così? Sì può cercare di pianificare l'esistenza da qui a...?
No, direi di no, scientificamente; poi però di mio ci provo e incasello, inquadro, squadro e assillo più o meno tutti quelli che girano intorno a me, in primis i familiari, ovvio.
La storia si ripete di evento in evento, di appuntamento in appuntamento, di occasione in occasione e non mollo, no, ci mancherebbe che l'esperienza mi dia un po'di tregua, di sicurezza, di aiuto.
Ma poi affronto tutto con grinta - più o meno, certo; cerco di anticipare gli inconvenienti che potrebbero sorgere, ma l'ansia mi aspetta, mi prende, si impossessa di questo corpo, inutile ogni resistenza.
Bene, anzi male; alla prossima crisi e parliamone, così magari insieme la sconfiggeremo...
Beati gli apatici, forti della loro tranquillità.
E il cervello comincia a ragionare, proporre, controbattere, esporre e rettificare ogni minimo pensiero; ogni valutazione accresce la tachicardia e non migliora la respirazione, la capacità di discernimento si abbassa e ogni angolo diventa buio e difficile da affrontare.
Ma si può vivere così? Sì può cercare di pianificare l'esistenza da qui a...?
No, direi di no, scientificamente; poi però di mio ci provo e incasello, inquadro, squadro e assillo più o meno tutti quelli che girano intorno a me, in primis i familiari, ovvio.
La storia si ripete di evento in evento, di appuntamento in appuntamento, di occasione in occasione e non mollo, no, ci mancherebbe che l'esperienza mi dia un po'di tregua, di sicurezza, di aiuto.
Ma poi affronto tutto con grinta - più o meno, certo; cerco di anticipare gli inconvenienti che potrebbero sorgere, ma l'ansia mi aspetta, mi prende, si impossessa di questo corpo, inutile ogni resistenza.
Bene, anzi male; alla prossima crisi e parliamone, così magari insieme la sconfiggeremo...
Beati gli apatici, forti della loro tranquillità.
giovedì 26 aprile 2018
DOVE ARRIVIAMO?
Questo pomeriggio, mio malgrado, mi sono sorbita un programma televisivo di quelli familiari, puliti, da chiacchiere e pettegolezzi, in cui si mette a nudo ogni particolare della propria esistenza, vita di coppia, situazione lavorativa o peggio ingiustizia e lutto. Ecco allora che si sta comodamente seduti in poltrona, sul divano, con una tazzina di buon caffè zuccherato e si ascolta, si soffre, si com-patisce ( nel senso etimologico di partire insieme) con l'ospite, la signora, l'uomo o chi ha subito, ha sopportato una sciagura o ancora non l'ha superata e chiede vendetta.
In più, c'era da intervistare la signora che per una distrazione mentre era ai fornelli, ha perso di vista le gemelline, così sparite nel nulla. Situazione oltremodo angosciosa e angosciante che ha gettato nello sconforto tutto il Paese... E menomale che poi tutto si è risolto, bimbe ritrovate, equilibrio ricomposto ed esclusiva TV! Ma come si fa, raccontare il tutto davanti alle telecamere, intervista nazionale e piazzarci le piccole?
Foto, riprese video, domande, sorrisi, anche autografi? Avanti tutta... Ma quanto rende un'intervista rilasciata al Canale privato, con le luci soffuse e la conduttrice meravigliosamente stirata di rughe?
Stiamo perdendo il contatto con la realtà, tutto ha un prezzo, compresa la celebrità di un attimo, un carpe diem per...
In più, c'era da intervistare la signora che per una distrazione mentre era ai fornelli, ha perso di vista le gemelline, così sparite nel nulla. Situazione oltremodo angosciosa e angosciante che ha gettato nello sconforto tutto il Paese... E menomale che poi tutto si è risolto, bimbe ritrovate, equilibrio ricomposto ed esclusiva TV! Ma come si fa, raccontare il tutto davanti alle telecamere, intervista nazionale e piazzarci le piccole?
Foto, riprese video, domande, sorrisi, anche autografi? Avanti tutta... Ma quanto rende un'intervista rilasciata al Canale privato, con le luci soffuse e la conduttrice meravigliosamente stirata di rughe?
Stiamo perdendo il contatto con la realtà, tutto ha un prezzo, compresa la celebrità di un attimo, un carpe diem per...
mercoledì 25 aprile 2018
E LA CHIAMANO LIBERAZIONE
DI LÀ DE LE FRONTIERE
CONTRO L'OPPRESSIONE E LA SCHIAVITÙ DEI POPOLI
DE LA TERRA PATERNA
PER LA LIBERTÀ E L'INDIPENDENZA D' ITALIA
NE LE PROPRIE CASE O AD I POSTI DI LAVORO
PER UNA GUERRA INFAUSTA
CADESTE
O NOBILI CUORI ITALICI
PARTIGIANI COMBATTENTI CADUTI IN TERRA STRANIERA
PARTIGIANI COMBATTENTI CADUTI IN TERRA NAZIONALE
CIVILI TRUCIDATI DAI NAZI - FASCISTI
CIVILI CADUTI SOTTO I BOMBARDAMENTI AEREI
PERCHÉ IL VOSTRO MARTIRIO SIA DI MONITO
A TUTTI I POPOLI DEL MONDO
PERCHÉ LA VOSTRA FEDE SIA IL FARO CHE TUTTI ILLUMINA
TRAMANDIAMO AI POSTERI
DOVUNQUE È MORTO UN ITALIANO
PER RISCATTARE LA LA LIBERTÀ E LA DIGNITÀ
ANDATE LÌ, O GIOVANI COL PENSIERO,
PERCHÉ LÌ È NATA LA NOSTRA COSTITUZIONE
(P. CALAMANDREI)
Ma che bella giornata di sole
Quanta gente per le strade nuoveQuanti treni alla stazioneMa per tornare a casaE la chiamano liberazioneQuesta giornata senza mortiQuesto profumo di limoniDalle finestre aperteE mio padre vivràSolo il sogno di questa terraPerché quello che ha è ancora guerra.E mia madre amerà
questo sogno di prigioniero
Perché quello che avrà è il mondo intero.È una barca che naviga sulle onde del mareQuesto giorno di libertàTu non lasciarlo andare.Questa terra sarà oggi e sempre nelle tue maniQuesto mondo vivrà nelle tue mani.Oh, oh, oh.Ma che bella giornata di soleQuesta giornata senza mortiQuesto profumo di limoniGiù nelle strade.
L'EREDE SIA...
Giornate di primavera pura, sole e pulizie...
Ho preso in mano la situazione, complici i piccoli lavori di ristrutturazione e così mi sono messa all'opera ai cassetti: svuota, spolvera, sposta, riempi e controlla, setaccia, differenzia e butta.
Ho ritrovato foto e fogliettini, biglietti e cartoline messi via, da parte, vecchi ricordi di vacanze, gite, uscite centellinate per ragionevoli problemi economici.
Comunque, mi sono imbattuta anche nelle prime foto del primo pargolo, l'erede al trono, per giunta maschio: quanti scatti? Mah, non saprei proprio quantificare, forse a chili!
Ebbene sì, tutti i neo genitori si lasciano prendere - come dire - la mano, un poco, dalle emozioni, dal sonno, dalla stanchezza, cadendo qualche volta nel ridicolo, seguiti naturalmente dai nonni, che perdono completamente la ragione, il lume della razionalità per il rampollo.
E si comincia con tutta l'evoluzione delle espressioni, dal riso al pianto, passando per il serio, lo sfavato, il concentrato sulla popò: no perché agli adulti non interessa il momento di riflessione, di pausa, di sofferenza e concentrazione, tutto si deve documentare per i posteri, per gli anni futuri, magari da tirar fuori dal cassetto durante una di quelle riunioni festive di famiglia per commentare, spudoratamente davanti a tutti.
E il primo bagnetto? Come Mosè tra le acque, quasi miracoloso...
E il primo dentino? Praticamente, un'immagine ogni micron cresciuto.
E via per ogni impercettibile sorriso, mossa, manina alzata, piegata, avanti e indietro; poi l'ingresso a scuola, zainetto incorporato.
E quando arriva il secondo figlio, la smania un poco passa, non sembra tutto tanto sovrannaturale o meritevole di essere immortalato, si ha meno la prontezza di catturare l'attimo segnando magari anche la data come accadeva prima e poi si procede per paragoni, come si è comportato il primo, dove come e perché rispetto all'altro.
E al terzo, che si fa? Vogliamo parlarne o basta la presenza?
Ho preso in mano la situazione, complici i piccoli lavori di ristrutturazione e così mi sono messa all'opera ai cassetti: svuota, spolvera, sposta, riempi e controlla, setaccia, differenzia e butta.
Ho ritrovato foto e fogliettini, biglietti e cartoline messi via, da parte, vecchi ricordi di vacanze, gite, uscite centellinate per ragionevoli problemi economici.
Comunque, mi sono imbattuta anche nelle prime foto del primo pargolo, l'erede al trono, per giunta maschio: quanti scatti? Mah, non saprei proprio quantificare, forse a chili!
Ebbene sì, tutti i neo genitori si lasciano prendere - come dire - la mano, un poco, dalle emozioni, dal sonno, dalla stanchezza, cadendo qualche volta nel ridicolo, seguiti naturalmente dai nonni, che perdono completamente la ragione, il lume della razionalità per il rampollo.
E si comincia con tutta l'evoluzione delle espressioni, dal riso al pianto, passando per il serio, lo sfavato, il concentrato sulla popò: no perché agli adulti non interessa il momento di riflessione, di pausa, di sofferenza e concentrazione, tutto si deve documentare per i posteri, per gli anni futuri, magari da tirar fuori dal cassetto durante una di quelle riunioni festive di famiglia per commentare, spudoratamente davanti a tutti.
E il primo bagnetto? Come Mosè tra le acque, quasi miracoloso...
E il primo dentino? Praticamente, un'immagine ogni micron cresciuto.
E via per ogni impercettibile sorriso, mossa, manina alzata, piegata, avanti e indietro; poi l'ingresso a scuola, zainetto incorporato.
E quando arriva il secondo figlio, la smania un poco passa, non sembra tutto tanto sovrannaturale o meritevole di essere immortalato, si ha meno la prontezza di catturare l'attimo segnando magari anche la data come accadeva prima e poi si procede per paragoni, come si è comportato il primo, dove come e perché rispetto all'altro.
E al terzo, che si fa? Vogliamo parlarne o basta la presenza?
domenica 22 aprile 2018
E ARTE FU, IN CAMPAGNA DA HANS
Eccomi, come al solito a raccontarvi di un evento del paesello mio...
Non proprio, perché quest'oggi ho partecipato con tutta la famiglia ad una manifestazione più ampia, grande, importante e oserei dire provinciale: Arte in campagna, con gli studenti del Liceo Orioli di Viterbo come protagonisti.
Un concorso, un luogo strepitoso, un sole da godere, un maestro d'arte e i ragazzi/promettenti artisti, più di così...
Letizia, architetto di Roma, che ora gestisce un'azienda nella campagna sorianese, ha messo a disposizione il grande salone, il giardino esterno e i vialetti ricamati di margherite bianche per esporre, installare, incastonare opere d'arte vere e proprie, che sono state poi valutate, premiate e in qualche caso acquistate da amanti ed estimatori.
Erano presenti anche singoli alunni delle elementari e alcune classi delle medie di Soriano, stesso tema, buona riuscita; per ogni categoria un premio e a tutti i partecipanti un attestato, come ricordo della giornata di emozioni.
Per quanto riguarda il Liceo, il primo posto per la scultura è andato a Sara Spagnolo e Francesco Mancini; per la fotografia a Diana Ferrara e per la pittura a Bianca Lazarel, veramente bravi, con tanta grinta e ottima tecnica.
La giuria era composta dal maestro Paolo Guiotto, dall'artista Marilena Garbini e dal Dirigente Scolastico dell'Istituto Orioli di Viterbo Simonetta Pachella; compito ingrato per la bravura di tutti i concorrenti, per l'impegno di ognuno che vorrebbe essere soddisfatto e riconosciuto e per i giovani artisti in erba che covano mille desideri e pensieri.
Un'occasione eccellente per legare gli alunni al territorio, per avvicinare tanti livelli di scuola/istruzione, ottima opportunità per chi ha una vaga idea artistica di chiedere, confrontarsi, esplorare una vita da liceale-futuro pittore, fotografo, sceneggiatore...
Molti degli alunni grandi erano presenti ed hanno firmato le loro opere, credo che abbiano anche gradito l'apprezzamento di chi ha voluto acquisire il manufatto, lasciando così un'offerta alla scuola di provenienza per materiale e attività varie.
Dopo la chiusura della manifestazione, ci siamo fermati per un lauto pasto, all'aperto, con la possibilità di scorrazzare sul prato: tutto buono, buonissimo, però le ciambelline al vino e il liquore al mirto della casa... Senza confronti!
Un grandissimo ringraziamento ai padroni di casa, alla giuria, agli studenti intervenuti, insomma a tutti coloro che hanno contribuito alla riuscita del Primo Concorso.
https://www.orioli.gov.it/it/offerta-formativa_34/corsi-di-studio_84/liceo-artistico_42/
https://www.facebook.com/lortodiHans/
Non proprio, perché quest'oggi ho partecipato con tutta la famiglia ad una manifestazione più ampia, grande, importante e oserei dire provinciale: Arte in campagna, con gli studenti del Liceo Orioli di Viterbo come protagonisti.
Un concorso, un luogo strepitoso, un sole da godere, un maestro d'arte e i ragazzi/promettenti artisti, più di così...
Letizia, architetto di Roma, che ora gestisce un'azienda nella campagna sorianese, ha messo a disposizione il grande salone, il giardino esterno e i vialetti ricamati di margherite bianche per esporre, installare, incastonare opere d'arte vere e proprie, che sono state poi valutate, premiate e in qualche caso acquistate da amanti ed estimatori.
Erano presenti anche singoli alunni delle elementari e alcune classi delle medie di Soriano, stesso tema, buona riuscita; per ogni categoria un premio e a tutti i partecipanti un attestato, come ricordo della giornata di emozioni.
Per quanto riguarda il Liceo, il primo posto per la scultura è andato a Sara Spagnolo e Francesco Mancini; per la fotografia a Diana Ferrara e per la pittura a Bianca Lazarel, veramente bravi, con tanta grinta e ottima tecnica.
La giuria era composta dal maestro Paolo Guiotto, dall'artista Marilena Garbini e dal Dirigente Scolastico dell'Istituto Orioli di Viterbo Simonetta Pachella; compito ingrato per la bravura di tutti i concorrenti, per l'impegno di ognuno che vorrebbe essere soddisfatto e riconosciuto e per i giovani artisti in erba che covano mille desideri e pensieri.
Un'occasione eccellente per legare gli alunni al territorio, per avvicinare tanti livelli di scuola/istruzione, ottima opportunità per chi ha una vaga idea artistica di chiedere, confrontarsi, esplorare una vita da liceale-futuro pittore, fotografo, sceneggiatore...
Molti degli alunni grandi erano presenti ed hanno firmato le loro opere, credo che abbiano anche gradito l'apprezzamento di chi ha voluto acquisire il manufatto, lasciando così un'offerta alla scuola di provenienza per materiale e attività varie.
Dopo la chiusura della manifestazione, ci siamo fermati per un lauto pasto, all'aperto, con la possibilità di scorrazzare sul prato: tutto buono, buonissimo, però le ciambelline al vino e il liquore al mirto della casa... Senza confronti!
Un grandissimo ringraziamento ai padroni di casa, alla giuria, agli studenti intervenuti, insomma a tutti coloro che hanno contribuito alla riuscita del Primo Concorso.
https://www.orioli.gov.it/it/offerta-formativa_34/corsi-di-studio_84/liceo-artistico_42/
https://www.facebook.com/lortodiHans/
sabato 21 aprile 2018
DA CHIGI AD ALBANI
La prima volta, la mia prima volta ad ascoltare Antonello Ricci, quello della Banda del racconto, finalmente è arrivata, oggi pomeriggio davanti al cancello di Palazzo Chigi Albani e da lì un fiume di parole...
Un incontro che si è rivelato migliore del previsto, mai noioso o pedante, ovvio o ripetitivo: situazione che non risulta mai scontata in fatto di arte e conferenze.
Si rimane in piedi per tutto il tempo, si ascolta un affabulatore incantatore e si ammirano opere d'arte, testimonianze dell'amore e della ricchezza del cardinale "manierista" Madruzzo da Trento; versi in rima di Vittoria Colonna, di monsignor Della Casa e altri intellettuali d'epoca, si citano personaggi del calibro di Vicino Orsini, Michelangelo, un d'Este e poi Pasolini, davanti al gruppo scultoreo in peperino del "Mosè che fa scaturire le acque", chi l'avrebbe mai detto? La lettura di una pagina di Petrolio mi ha lasciata "illuminata", si può affermare?
Una continua mimica, un narrare con la voce e con il corpo, un ravvivare l'attenzione e chiedere l'applauso con tanta naturalezza che poi le persone prendono iniziativa da sole.
Si percorre quindi Via del giardino, attraversando così due secoli per raggiungere la Casina degli Specchi, un gioiello da far invidia alla Capitale.
Ho varcato quell'ingresso oggi per la seconda volta, ho ammirato pareti e soffitti ricoperti d'arte, dove si respira aria settecentesca, morbida e giocosa come quei meravigliosi putti che si contendono la frutta sugli specchi, appunto; un'accoglienza impeccabile da parte della famiglia che gestisce la struttura, un pezzo di storia che ti catapulta lontano e non ti sembra neanche di stare al paesello.
Quando la bravura non ha bisogno di altro se non di due libri da cui attingere citazioni, quando si possiede quella passione contagiosa per ciò che porti avanti, quando si è ad un livello altro di cultura ma si rimane a contatto con le persone e la si divulga con facilità, doti non comuni, solo da ammirare.
http://www.tusciaweb.eu/2018/04/431226/
https://www.facebook.com/casinadeglispecchi/
Un incontro che si è rivelato migliore del previsto, mai noioso o pedante, ovvio o ripetitivo: situazione che non risulta mai scontata in fatto di arte e conferenze.
Si rimane in piedi per tutto il tempo, si ascolta un affabulatore incantatore e si ammirano opere d'arte, testimonianze dell'amore e della ricchezza del cardinale "manierista" Madruzzo da Trento; versi in rima di Vittoria Colonna, di monsignor Della Casa e altri intellettuali d'epoca, si citano personaggi del calibro di Vicino Orsini, Michelangelo, un d'Este e poi Pasolini, davanti al gruppo scultoreo in peperino del "Mosè che fa scaturire le acque", chi l'avrebbe mai detto? La lettura di una pagina di Petrolio mi ha lasciata "illuminata", si può affermare?
Una continua mimica, un narrare con la voce e con il corpo, un ravvivare l'attenzione e chiedere l'applauso con tanta naturalezza che poi le persone prendono iniziativa da sole.
Si percorre quindi Via del giardino, attraversando così due secoli per raggiungere la Casina degli Specchi, un gioiello da far invidia alla Capitale.
Ho varcato quell'ingresso oggi per la seconda volta, ho ammirato pareti e soffitti ricoperti d'arte, dove si respira aria settecentesca, morbida e giocosa come quei meravigliosi putti che si contendono la frutta sugli specchi, appunto; un'accoglienza impeccabile da parte della famiglia che gestisce la struttura, un pezzo di storia che ti catapulta lontano e non ti sembra neanche di stare al paesello.
Quando la bravura non ha bisogno di altro se non di due libri da cui attingere citazioni, quando si possiede quella passione contagiosa per ciò che porti avanti, quando si è ad un livello altro di cultura ma si rimane a contatto con le persone e la si divulga con facilità, doti non comuni, solo da ammirare.
http://www.tusciaweb.eu/2018/04/431226/
https://www.facebook.com/casinadeglispecchi/
QUANDO LA CAMPAGNA PROFUMA DI ARTE
Vigilia di preparazione, di allestimento, di raccolta del materiale presso l'agriturismo che domani, domenica 22 aprile, ospiterà una bella manifestazione.
Bella iniziativa, per tanti motivi: perché organizzata da una bella persona, perché protagonisti sono i nostri ragazzi dell'Istituto Comprensivo e gli studenti del Liceo Orioli di Viterbo, perché la campagna merita attenzione e amore, perché si parlerà di Arte.
Letizia ha messo a disposizione il salone principale, della sua struttura immersa nel verde della campagna sorianese, come quinta scenografica delle opere degli studenti di elementari, medie e liceo, in esposizione nella mattina di domenica per essere giudicate e premiate, naturalmente.
I lavori, in collaborazione con le insegnati di arte, sono tutte di buon livello, esuberanti, colorate, grintose, alcune sentimentali, altre tridimensionali, originali, personali, cariche e mai scontate.
Un primo esperimento, una prima edizione che merita la nostra attenzione, per l'impegno dei partecipanti, per il calibro dei giudici, per la tenacia di Letizia che ha fortemente voluto avvicinare la sua attività ai ragazzi, alla realtà territoriale sempre nel segno della sua passione per l'espressione d'Arte.
I lavori sono giunti in giornata presso la sede espositiva, portati da Lucia, mamma e rappresentante dei genitori, sono stati sistemati sui supporti per godere della meritata attenzione da parte dei visitatori, accanto alle vere opere d'arte degli studenti/artisti del liceo Orioli di Viterbo, una vera chicca, onore a loro.
Non resta che trascorrere la domenica in campagna, per visitare la mostra, godere della splendida opportunità offerta da Letizia, cogliendo l'occasione di conoscere e dialogare con Paolo Guiotto e Marilena Garbini.
giovedì 19 aprile 2018
QUELLE FACCINE LÌ
Oggi la principessa di casa ha partecipato ad un laboratorio creativo con mia cugina Rosangela e la mia amica Letizia, un incontro ormai collaudato per la loro pazienza e la professionalità.
Tema proposto ed accettato subito in modo euforico, la realizzazione di un cuscino tondo, morbido di pannolenci a forma di faccina, una di quelle che ormai spopolano, vanno di moda, catturano l'attenzione e suscitano comunque una reazione.
Le adoro, lo sapete, già ne ho trattato: a me che piace scrivere, esprimermi con giri di parole, descrizioni particolareggiate, termini ricercati o spiritosi, ma... Una faccina ci sta sempre bene, rende l'idea, accompagna le parole e conclude il discorso, come se stampassi a fine messaggio la mia espressione, sia essa gioia, rabbia, stupore, amore, curiosità, furbizia...
Ce ne sono tante, gialle, sintetiche e dirette; non amo invece la punteggiatura che costruisce l'espressione, non la capisco, troppo sofisticata forse o stilizzata.
Ebbene, i piccoli creativi si sono cimentati con il pannolenci colorato: i ritagli di nero per la bocca e gli occhi, il rosso fuoco per i cuori, il bianco per i denti digrignati e così via; per finire in bellezza anche il cravattino maschile o il fiocco femminile, per non farsi mai mancare nulla.
I bimbi comunicano, i bimbi cercano la nostra attenzione; sembrano grandi, esperti geni della tecnologia, ma poi li scopriamo con occhi diversi alle prese con forbicine, colla a caldo e ritagli vari.
Un'altra buona occasione per stare insieme, condividere un progetto e portarlo a termine, prendere confidenza con gli strumenti di lavoro e sviluppare quella manualità di cui oggi purtroppo i nativi tecnologici difettano, senza lamentarsi della noia, senza cercare il cellulare, che già mi sembra cosa buona e giusta.
https://www.facebook.com/rosangela.corsi.3
https://www.facebook.com/letizia.lampa
https://www.facebook.com/apsliberamente16/
Tema proposto ed accettato subito in modo euforico, la realizzazione di un cuscino tondo, morbido di pannolenci a forma di faccina, una di quelle che ormai spopolano, vanno di moda, catturano l'attenzione e suscitano comunque una reazione.
Le adoro, lo sapete, già ne ho trattato: a me che piace scrivere, esprimermi con giri di parole, descrizioni particolareggiate, termini ricercati o spiritosi, ma... Una faccina ci sta sempre bene, rende l'idea, accompagna le parole e conclude il discorso, come se stampassi a fine messaggio la mia espressione, sia essa gioia, rabbia, stupore, amore, curiosità, furbizia...
Ce ne sono tante, gialle, sintetiche e dirette; non amo invece la punteggiatura che costruisce l'espressione, non la capisco, troppo sofisticata forse o stilizzata.
Ebbene, i piccoli creativi si sono cimentati con il pannolenci colorato: i ritagli di nero per la bocca e gli occhi, il rosso fuoco per i cuori, il bianco per i denti digrignati e così via; per finire in bellezza anche il cravattino maschile o il fiocco femminile, per non farsi mai mancare nulla.
I bimbi comunicano, i bimbi cercano la nostra attenzione; sembrano grandi, esperti geni della tecnologia, ma poi li scopriamo con occhi diversi alle prese con forbicine, colla a caldo e ritagli vari.
Un'altra buona occasione per stare insieme, condividere un progetto e portarlo a termine, prendere confidenza con gli strumenti di lavoro e sviluppare quella manualità di cui oggi purtroppo i nativi tecnologici difettano, senza lamentarsi della noia, senza cercare il cellulare, che già mi sembra cosa buona e giusta.
https://www.facebook.com/rosangela.corsi.3
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mercoledì 18 aprile 2018
QUANDO LA GITA, BEVAGNA
Finalmente è arrivato il tanto atteso giorno, un momento particolare dell'anno scolastico, un'unica giornata che si aspetta con molta impazienza, in questo le generazioni non sono mai cambiate: si va in gita, in pullman, da soli, con lo zainetto riempito di ogni bendidio dalle mamme ansiose. Certo, un aspetto è completamente differente: ora il contatto video/foto/chiamate con i cari lasciati a casa, in balia del Fato, risulta continuo e continuato; noi eravamo proprio isolati e dispersi neL mondo, eroici nuovi Ulisse alla scoperta dei confini del mondo abitato e civile...
Comunque, ho accompagnato la classe prima, i piccoli della scuola dove ho la fortuna di insegnare, sovreccitati, tecnologici, affamati, curiosi e - devo confessarlo - teneri.
Destinazione Bevagna, Umbria: meraviglia di paesino, pulito, ordinato, attrezzato; il pullman ci ha lasciati in un grande parcheggio a prato, una passeggiata a piedi per raggiungere il centro storico e lí, sulla piazza centrale, ci siamo divisi in quattro gruppi per scoprire altrettante botteghe di artigiani.
A giro, ogni gruppo ha ascoltato, visto, odorato, toccato il prodotto in lavorazione e finito, accompagnato dalla spiegazione semplice ma efficace di un capobottega; il mio gregge ha così scoperto la produzione della carta, poi dei colori del dipintore e quindi la tessitura. Dopo una meritata pausa pranzo, su una piazzetta muretto-munita, su cui affaccia un bar dal cono gelato tentatore, svaligiato da tutti i ragazzi, ci siamo di nuovo separati per affrontare l'ultima fatica, questa volta anche manuale, per noi la produzione di candele di cera a tortiglione, una per ogni studente - ricordo di viaggio bene gradito.
Felici, euforici per il lavoretto completato e portato via, ci siamo quindi diretti al parcheggio e in circa due ore siamo ritornati alla normalità, insomma "a casa"; Un'ottima occasione di confronto, di socializzazione, di risate e agganci per qualche timido compagno, che ha trovato l'occasione per aprirsi e parlare più liberamente.
Un paesino molto interessante, che ha trovato la formula giusta per valorizzarsi, attirare curiosi, esaltare le proprie potenzialità, facilmente percorribile anche per persone in difficoltà motoria, come sempre l'Umbria non ha deluso, anzi... Il mio ambiente preferito? La bottega del dipintore, sulle pareti si trovano anche le fasi della preparazione di un affresco.
Da tener presente la grande festa medievale che si organizza a giugno:
http://www.ilmercatodellegaite.it/programma-gaite-bevagna/
Comunque, ho accompagnato la classe prima, i piccoli della scuola dove ho la fortuna di insegnare, sovreccitati, tecnologici, affamati, curiosi e - devo confessarlo - teneri.
Destinazione Bevagna, Umbria: meraviglia di paesino, pulito, ordinato, attrezzato; il pullman ci ha lasciati in un grande parcheggio a prato, una passeggiata a piedi per raggiungere il centro storico e lí, sulla piazza centrale, ci siamo divisi in quattro gruppi per scoprire altrettante botteghe di artigiani.
A giro, ogni gruppo ha ascoltato, visto, odorato, toccato il prodotto in lavorazione e finito, accompagnato dalla spiegazione semplice ma efficace di un capobottega; il mio gregge ha così scoperto la produzione della carta, poi dei colori del dipintore e quindi la tessitura. Dopo una meritata pausa pranzo, su una piazzetta muretto-munita, su cui affaccia un bar dal cono gelato tentatore, svaligiato da tutti i ragazzi, ci siamo di nuovo separati per affrontare l'ultima fatica, questa volta anche manuale, per noi la produzione di candele di cera a tortiglione, una per ogni studente - ricordo di viaggio bene gradito.
Felici, euforici per il lavoretto completato e portato via, ci siamo quindi diretti al parcheggio e in circa due ore siamo ritornati alla normalità, insomma "a casa"; Un'ottima occasione di confronto, di socializzazione, di risate e agganci per qualche timido compagno, che ha trovato l'occasione per aprirsi e parlare più liberamente.
Un paesino molto interessante, che ha trovato la formula giusta per valorizzarsi, attirare curiosi, esaltare le proprie potenzialità, facilmente percorribile anche per persone in difficoltà motoria, come sempre l'Umbria non ha deluso, anzi... Il mio ambiente preferito? La bottega del dipintore, sulle pareti si trovano anche le fasi della preparazione di un affresco.
Da tener presente la grande festa medievale che si organizza a giugno:
http://www.ilmercatodellegaite.it/programma-gaite-bevagna/
lunedì 16 aprile 2018
VITERBO - VITERCOMIX - DOMENICA
Un buon pomeriggio a Viterbo, nelle nuove sale presso il parcheggio di Valle Faul; siamo arrivati appena pranzo, quando di solito in giro c'è poca gente, una maretta che ti permette di gironzolare tra le bancarelle con calma, vederti tutto quello che ti interessa e scambiare idee e opinioni con comodo senza spinte o intralci.
Così ci siamo goduti i fumetti in esposizione, abbiamo assistito ai lavori di preparazione di un set fotografico, abbiamo anche ammirato tanti giovani che giravano in costume da cartone animato, belli colorati e sgargianti.
Per me interessanti incontri nel salone delle conferenze, per i pargoli invece meglio una puntatina alla sala dei videogiochi, senza troppe chiacchiere; un'agile conferenza di Greg, che io conoscevo solo come comico, invece è anche fumettista, l'editore Coniglio e tante altre penne della satira e dei fumetti, come Valter Leoni, Sudari Brando e Gianluca Foresi, che hanno intrattenuto con battute e racconti gli ospiti seduti in poltrona.
Buona occasione per Viterbo, anche se ci si lamenta del calo di vendite, della chiusura di edicole e della mancanza di redazioni, colpa del lavoro da casa che ha soppiantato le riunioni e gli incontri in sede.
Tanto movimento di pubblico, specie intorno ai vari personaggi "mascherati", veri fumetti umani, con tutti gli accessori al posto giusto; gli studenti del Midossi al banco armati di matite e colori pronti a realizzare ritratti e disegni su richiesta.
Il prezzo del biglietto ci sta tutto, peccato non sia stata prevista una riduzione famiglia o almeno un'agevolazione.
https://www.facebook.com/vitercomix/
Così ci siamo goduti i fumetti in esposizione, abbiamo assistito ai lavori di preparazione di un set fotografico, abbiamo anche ammirato tanti giovani che giravano in costume da cartone animato, belli colorati e sgargianti.
Per me interessanti incontri nel salone delle conferenze, per i pargoli invece meglio una puntatina alla sala dei videogiochi, senza troppe chiacchiere; un'agile conferenza di Greg, che io conoscevo solo come comico, invece è anche fumettista, l'editore Coniglio e tante altre penne della satira e dei fumetti, come Valter Leoni, Sudari Brando e Gianluca Foresi, che hanno intrattenuto con battute e racconti gli ospiti seduti in poltrona.
Buona occasione per Viterbo, anche se ci si lamenta del calo di vendite, della chiusura di edicole e della mancanza di redazioni, colpa del lavoro da casa che ha soppiantato le riunioni e gli incontri in sede.
Tanto movimento di pubblico, specie intorno ai vari personaggi "mascherati", veri fumetti umani, con tutti gli accessori al posto giusto; gli studenti del Midossi al banco armati di matite e colori pronti a realizzare ritratti e disegni su richiesta.
Il prezzo del biglietto ci sta tutto, peccato non sia stata prevista una riduzione famiglia o almeno un'agevolazione.
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