martedì 3 aprile 2018

QUANDO A PASQUETTA SI CHIUDE...

 Tutto comincia con la passeggiata di Pasquetta, Lunedì dell'Angelo A. D. 2018, a Tuscania, uno dei luoghi più incantevoli e ricchi di storia della Tuscia; i suoi Beni Culturali si studiano sui libri di arte, si scrivono tesi sui simboli e i significati delle sculture dei portali delle chiese, gioielli da invidiare... CHIUSI! O meglio aperti al pubblico grazie esclusivamente al buon cuore delle volontarie, nel nostro caso due signore - una attempata, una non più giovane - sedute al banco dei ricordini, librone delle firme davanti ben visibile e bussolotto di cartone a cui far riferimento per un obolo, un'offerta con cui sovvenzionare il tutto, fa talmente freddo un'umidità pazzesca che una custode sta in piedi davanti alla stufetta elettrica accesa al massimo, senza sentire sollievo, con le mani nascoste nelle maniche del giubbotto.
 Stiamo parlando di Città d'Arte, peccato che siano situate in provincia di Viterbo? Non saprei cosa rispondere, perché poi a Civita hanno imbeccato la strada giusta per vendere il loro prodotto, l'immagine, fatto che non accade a Celleno, quasi stessa situazione sconosciuta ai più; invece Calcata, che prima godeva di fama e notorietà ora giace semi sconosciuta, in attesa di protagonismo.
 I giovani non hanno opportunità, nessuna speranza per il futuro? Cosa accadrà da qui a dieci anni. Dobbiamo inventarci un lavoro o basterebbe valorizzare ciò che già ci circonda?
 Possibile che oltre il Tevere tutti sappiano organizzare, attirare frotte di turisti e dalle parti nostre chiudono anche i bar sulla piazza centrale?
 Così non può continuare, non riescono a risollevarsi le attività commerciali, si sbaglia tattica, si lavora male, si organizza peggio? Non saprei ribattere, o meglio non credo di possedere tute le risposte. Una però posso permettermi di suggerirla: che siano gli stessi cittadini a valorizzare, esaltare il posto in cui vivono, che si investano sul posto i soldi guadagnati, almeno per lasciare respirare anche le imprese che impiegano i giovani, l'indotto, i piccoli imprenditori.
 Peggio sembra sia andata a Mantova - e dico Mantova - dove i custodi non lavorano nei giorni festivi... Ma in che gioco siamo capitati?
 Quali insegnamenti per le nuove generazioni, vogliamo solo diritti e un buon impiego, un posticino fisso, stipendio adeguato, magari sotto casa...
 Certo, guidare un'attività costa sacrificio e impegno, non ci si può inventare o immaginare quel che non si è portati a fare: serve specializzazione, servono umiltà e forza di combattere, ma anche sfruttare lo Stato e pretendere di non espletare il proprio compito nelle occasioni in cui si deve...


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