Il Dirigente Scolastico ha organizzato una conferenza della dottoressa Rosanna Schiralli sul tema della pedagogia e dell'educazione delle emozioni: una splendida occasione per parlare di scuola, di programmi, di alunni e di genitori, di realtà sempre più difficili e di nuove dipendenze.
I nostri figli, bimbi - preadolescenti - adolescenti, sono cambiati e diversi rispetto a noi: si confrontano con una società consumistica, con un mondo molto stimolante, con tecnologie invadenti ed invasive e sta a noi adulti - solo a noi - costruire la loro personalità, allestire una grande valigia delle emozioni per prepararli ad affrontare i pericoli, le delusioni, le porte in faccia.
Accoglienza e regole: queste le parole giuste per far bene il nostro lavoro di educatori: non possiamo lasciare ai figli il comando della famiglia, non possiamo crescere, allevare e lasciar scorrazzare per casa dei piccoli imperatori; per crescere sani e pronti al mondo i ragazzi non hanno alcun bisogno di sentirsi dire sempre e solo sì.
La dottoressa ha più volte sottolineato che l'educazione non può definirsi mai democratica, anzi: il figlio per rimanere saldo nelle tempeste della vita deve sentirsi pronto alle delusioni, alle sconfitte, non gli si deve lasciar credere di poter decidere o modificare gli altri, comprare ciò che si desidera e "lasciarlo comandare l'aereo/famiglia".
Non servono chiacchiere e spiegazioni, che per altro non capirebbe quando ancora piccolo, il bambino ha bisogno del tempo qualitativamente alto dei genitori con cui giocare e confrontarsi; solo con il rapporto con l'altro il nostro cervello avrà i giusti stimoli alla crescita e al miglioramento.
Non serve un rapporto soffocante per sviluppare l'autonomia; i figli non possono dormire nel lettone: i genitori devono vivere la coppia, non rinunciare ai propri spazi né alla complicità, perché poi la prole ascolta e afferra tutti i discorsi, rispecchiandosi nell'adulto.
Come sempre mi sono emozionata, mi commuovono le parole e le considerazioni della dottoressa: ha un modo magnetico di spiegare e illustrare la realtà che vive e esperimenta nel suo lavoro quotidianamente. Ogni volta mi metto in gioco come genitore, come madre/guida sono poco credibile? Dolce, affettuosa ma severa al punto giusto? Oggi anche come insegnate ho sentito a pelle mille dubbi assalirmi e martellare la mente...
Sono rimasta fino alla fine, fino all'ultima parola e mi sono portata a casa anche un libro autografato, un compito a casa diciamo, da leggere con attenzione, per cercare di migliorare un poco...
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