mercoledì 15 maggio 2019

EMOZIONI DI PAROLE

 Ultimo incontro, corso di formazione alla fine: la dottoressa Falzone di nuovo a trasmetterci entusiasmo e voglia di migliorare.
 Lessico, parole, linguaggio: i bambini devono essere in grado di nominare tutte le emozioni, per riconoscerle nel comprendere il proprio stato d'animo; non si tratta solo di tristezza o felicità, gioia o rabbia, no; ci sono frustrazione, incertezza, desiderio, competizione, delusione, prevaricazione, furbizia...
 Tanti e tutti utili gli strumenti per trasmettere ai piccoli la giusta conoscenza, per incoraggiarli ad aprirsi, per non fermarsi alle etichette: la dottoressa elenca i passaggi, li enumera nel descrivere le situazioni tipo in cui poi intervenire e aiutare i protagonisti a districarsi nella confusione di emozioni, stati d'animo, situazioni problematiche.
 Il proposito, l'obiettivo del corso risulta chiaro: riuscire a comprendere come operare nel migliore dei modi nei casi difficili che si possono presentare a scuola, in aula, tra i banchi; abbiamo discusso su vignette e disegni muti, abbiamo capito quanto sia difficile mettere d'accordo più interlocutori, considerare il punto di vista dell'altro ed entrare nei suoi panni.
 Il bello di questo corso è che ci ritroviamo in tanti "casi", come genitori, educatori, insegnanti, ma anche come "vittime o carnefici": non bisogna sempre giustificare il proprio comportamento, non si deve assumere un comportamento da crocerossina in ogni dove, ognuno ha il diritto di essere o di comportarsi in modo illogico (agli occhi degli altri), perché non occorre aderire all'idea che gli altri hanno di noi.
 Il massimo dell'assertività? Incontrare lo sguardo del nostro interlocutore e confessare di non aver compreso, di non conoscere l'argomento e chiedere spiegazioni: questo non ci sminuirà né ci lascerà apparire meno intelligenti o fuori luogo, mi piace!
 Un modo per aiutare chi si trova in difficoltà? Proporre il patto tra pari, perché si decide in gioco una volta ciascuno, nessuno venga escluso se in minoranza; i bambini vanno instradati anche nel riconoscere l'aggressività che non consiste solo in atti di bullismo, ma anche nella manipolazione dell'altro, ad esempio, che produce autostima ipertrofica e qui volano parole grosse.
 Linguaggio chiaro, regole in positivo e mai in negativo, razionalizzare la propria angoscia e parlare liberamente, il comando si ripete e non ci si allontana dal minore fin quando non l'ha portato a termine, cercare di cogliere il punto di vista dell'altro: questi i punti-chiave espressi dalla dottoressa con il suo modo colloquiale e scherzoso.
 La colpa di noi adulti contemporanei comunque è chiara: scusare i pargoli, non ritenerli pronti alle delusioni o alle punizioni troppo severe, no! I bambini devono capire subito l'importanza di ogni loro azione, di ogni fatto che comporta una conseguenza, si definisce ripristinare l'ordine precedente.
 Se il piccolo sporca, deve ripulire; se il ragazzetto rompe deve ripagare o risarcire e così via, altrimenti ci ritroveremo adulti che invece di prendersi le proprie responsabilità, fuggiranno o peggio incolperanno gli altri.
 Al prossimo anno, chissà!

 Vi giro un paio delle indicazioni bibliografiche importanti, così tanto per...

https://www.docsity.com/it/riassunto-12-strategie-rivoluzionarie-per-favorire-lo-sviluppo-mentale-del-bambino/2255210/

https://www.docsity.com/it/le-emozioni-della-lettura/536218/

https://www.facebook.com/centroceral/




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