Questo articolo non nasce a caso ( e i miei scritti non sono mai a caso), ma dalla lettura che sto portando avanti del libro di Dacia e dalla vita quotidiana, dalle esperienze, dai discorsi che ogni giorno entrano nella mia pelle: le donne non credono in loro stesse, nella loro forza, nelle capacità e soprattutto nella loro bellezza.
E quando dico bellezza intendo la meraviglia della persona, la gentilezza dell'aspetto, la delicatezza dei lineamenti, la tenacia delle convinzioni, la testardaggine della salita.
Vi confesso che CORPO FELICE mi sta destabilizzando, ne parleremo meglio più avanti quando lo avrò completato, ma intanto vi anticipo che stanno tremando le mie convinzioni, certe idee ataviche e certe considerazioni femminili; la donna nella sua interezza, la sudditanza, la parità, la violenza, lo studio, l'umiliazione...
Allora, perché le donne non si piacciono? Nel corpo rotondo o troppo magro, nell'aspetto sciatto o inespressivo, nelle curve troppo pronunciate, nei colori e nelle linee dei capelli; per non parlare del posto che occupano: qualunque esso sia non soddisfa le aspettative, non si addice, non perdona lo sforzo e le rinunce affrontati per arrivarci.
E poi quanto sono solidali tra loro le donne?
Se amiche sincere, tanto - e quello che spero, la spontaneità e la verità nella critica per migliorare, ma se sono poco poco avversarie, "nemiche", antipatiche allora apriti cielo... Nessuno sconto, nessuna pulce salva, tutto in faccia, in pubblico, via social, frecciatine, pettegolezzi e sotterfugi.
Più crescono i miei figli e - di rimando - le difficoltà nell'educarli, le male risposte, le ansie, la paura, gli scogli e i le prime esperienze, più mi confronto con mia madre alla mia età, davanti a me adolescente, sul lavoro, nel risolvere i problemi e come figlia la contesto, la soppeso e poi le chiedo un consiglio.
Le donne, come definireste le donne?
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