È stato il primo messaggio di oggi, al mattino presto, sul gruppo dei genitori di classe.
Quest'anno, più degli altri anni, l'uscita delle pagelle ha lasciato i genitori col fiato sospeso, tutta colpa della didattica a distanza: quanto hanno sospirato, faticato, scansionato, completato, scritto e inviato i genitori? Le competenze digitali che nessuno o quasi possedeva sono diventate pane quotidiano dalla mail al PDF, da Collabora a classroom passando per file e materiale didattico condiviso.
Naturale che poi un adulto si sia incuriosito e abbia cercato all'alba del giorno stabilito la propria valutazione, o meglio la valutazione del proprio impegno in DaD.
Umori discordanti, qualche conferma, impressioni, soddisfazioni, ma anche una goccia di dispiacere, capita.
Fino a ieri mi hanno chiesto come avessi affrontato e superato il periodo di chiusura, in casa, con tre figli/alunni di ordini e gradi diversi di scuola al computer, si fa, quando si è immersi fino al collo del dovere. E poi mamma Matilde, dei nostri sei amichetti, come ne sarà uscita?
In casa nostra negli ultimi tre mesi abbiamo organizzato tutta la sala, la stanza più grande, come un vero e proprio centro direttivo: un computer fisso e due schermi, un portatile, la stampante in bianco e nero, lo scanner, varie cuffiette, video-camere e quattro cellulari. I miei figli hanno scelto ognuno un angolino per connettersi e dialogare con la scuola e i professori - al momento opportuno, non ne è stato escluso il bagno, lo confesso. Il piccoletto, con rare video-lezioni in quinta elementare, ha svolto i compiti sempre nel pomeriggio con la dovuta calma del silenzio, inviando il tutto sul registro elettronico alla scadenza temporale asfissiante, con l'aiuto fondamentale della sorella di seconda media, con tanto di condimento di offese e improperi giornalieri, naturalmente. La principessa di casa, lei fondamentale, ci ha rimesso quanto a pazienza, tempo e ascolto: ha svolto tutto da sola, non sempre bene, a volte disturbata da quei dispettosi dei fratelli, durante i test a tempo che soffocano, con la connessione ballerina e il tasto tremante per l'emozione, pace. Per me, anzi per noi, è sempre la migliore.
Io, professionale, non ho mollato un attimo le mie classi perché questo mi si chiedeva e per questo sono pagata: con video-messaggi-schemi-vocali e dopo Pasqua le lezioni in diretta, finalmente! Guardare i ragazzi, parlare loro, ridere non ha prezzo, si dice.
Li ho premiati tutti, alla fine, quelli che si sono connessi con la video camera più o meno accesa, il microfono, il compito svolto anche se non al massimo, la precisione della consegna, il testo letto e compreso, le parole difficili cercate, le regioni italiane presentate ai compagni con Power Point, mitici!
Senza voto di media matematica, senza badare troppo ai voti bassi in presenza, con la spinta della buona volontà, con la considerazione formativa, come ha sempre sottolineato il mio Dirigente, e non sommativa perché i ragazzi - e le famiglie - si premiano quando lavorano, a distanza, da remoto, da soli, nel chiuso di casa.
Che sia stato un anno difficile, nessuno lo mette in dubbio. Spero di ricominciare il prossimo dove ho lasciato questo, ma dice che ci sono anche dei concorsi da preparare! Non sono così sicura di riuscirci, non sono mai sicura io delle mie capacità, figuriamoci con i figli degli altri...
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