lunedì 17 agosto 2020

MONTEPULCIANO ROSSO

  Siamo tornati molto volentieri in terra di Siena, per una giornata enogastronomica, naturalmente.

 Eravamo passati da queste parti due anni fa, poi avevamo esplorato Montalcino, interessante certo, ma non ci sono paragoni nell'accoglienza e nella generosità: giro gratuito e assaggi in una delle prime cantine che si incontrano all'imbocco della salita, a colpo sicuro.

 Si scende nelle grotte, nei cunicolo che legano i palazzi nobiliari in superficie, sono lavori portati avanti dai proprietari che ora rivendicano con giusto orgoglio l'intuizione, la spiegano con particolare fervore all'ingresso, senza impegno però ti tirano dentro con grande maestria.

 Arnesi e strumenti di lavoro agricolo e contadino, strumenti di tortura, ma anche la conservazione del cacio, la lavorazione del vin santo, la pulizia delle botti, la motivazione dei diversi costi per una bottiglia di vino, gli abbinamenti con il cibo: la visita guidata dura un'oretta, poi la parte migliore. Si comincia con un goccio di bianco, poi le stelle delle annate migliori e il vero vin santo appunto, che non si abbini ai cantucci, perlamordidio.

 Quasi nessuno esce dal locale storico senza un ricordo, sarebbe un peccato, neanche noi abbiamo certo resistito.

 Poi giro di foto per le strade del paese, tutto aperto per quanto riguarda locali e localetti da bere e gustare; gli altri esercizi di vendita di artigianato e ricordini si fermano solo per una veloce pausa pranzo: ci sono tante persone in giro, curiose e ben disposte a chiedere, informarsi, comprare che non si lascino scappare.

 Ci piace tutto, peccato per la piazza centrale poco visibile, occupata da transenne, spalti e attrezzatura varia "abbandonata" per un qualche evento.

 La Toscana non si smentisce mai, sapori e profumi non sono mai scontati, la vocazione turistica primeggia e gli addetti ai lavori conoscono bene come viziare un viaggiatore e "costringerlo" a tornare.








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