Ultime ore, sgoccioli, scampoli, ritagli, conto alla rovescia.
E allora riaffiora la vena filosofica che è in me, sopita e mai neutralizzata.
Chi sono diventata e cosa ho concluso di buono quest'anno?
Infantile, con slanci esagerati, quando ho un'idea meravigliosa, quando trovo l'ispirazione, quando mi propongono un progetto o mi chiedono una partecipazione.
Adolescente quando scrivo i messaggi, infarciti sempre di faccine; lunghi e accorati quelli vocali.
E ancora adolescente quando pretendo gesti d'amore e stima incondizionata dall'altra metà del mio cielo.
Sempre liceale secchiona quando leggo, tanto e di tutto, scorte di testi presi in prestito dalla biblioteca comunale e qualcosa ora che posso anche acquistare con stipendio indipendente.
Vecchia brontolona al telefono con mia sorella, con lei sfogo bene i malumori quotidiani, del resto a che servono le sorelle, quelle che ti amano incondizionatamente nonostante gli sbalzi d'umore e i ripensamenti improvvisi?
Vecchia megera quando mi confronto con i miei pargoli, non sia mai che pensino di potermela fare sotto al naso.
Insopportabile filosofica quando ragiono di famiglia, affetti, legami, Amicizia.
Bulimica, a tratti anoressica, a fasi alterne perché il passato non si perde mai.
Questa sono io, non tutta, ma una buona parte con tante spigolature. E allora mi chiedo, e vi chiedo, come possiamo noi giudicare gli altri? Eppure spesso mi capita, dovrò mordermi la lingua.
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