martedì 28 ottobre 2014

IO COME CINCINNATO

Sul monte Algido gli Equi avevano stretto d’assedio l’esercito Romano con lo stesso console Minucio. Per questo motivo i senatori avevano deciso di eleggere un dittatore: infatti era necessario ricostruire ciò che era stato distrutto. Questi elessero all’unanimità Lucio Quinto Cincinnato.
Quinto coltivava con le sue mani un campo di quattro iugeri. Gli incaricati del senato lo trovarono intento al lavoro agreste e gli riferirono gli ordini dei senatori. Allora quell’uomo valoroso asciuga il sudore, indossa la toga, giunge a Roma con gli incaricati, dove rassicura i cittadini e arruola truppe di giovani. Il giorno dopo arrivò al monte Algido con grandissima velocità. Qui, cavalcando intorno al monte, esaminò la conformazione dell’accampamento dei nemici e preparò il piano d’attacco: nel frattempo i suoi militari aspettano nei loro ranghi il comando per la battaglia. Poco dopo il dittatore lo dà e subito le truppe irrompono nel vallo nemico, liberano i propri soldati e mettono in fuga gli Equi. Quinto accrebbe con umanità la gloria della vittoria: infatti, oltre i comandanti, lasciò andare incolumi tutti i nemici. il popolo decretò un magnifico trionfo al dittatore, ma Cincinnato preferendo la vita agreste alla dittatura, depose le insegne del comando e ritornò all'occupazione interrotta.

Misereàtur nostri omnìpotens Deus.



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