Lunedì mattina grigio, piovoso, buio, ma libero da impegni lavorativi, mi organizzo per andare a Ronciglione per visitare una mostra in programma fino a martedì 17, ultima occasione. Come sempre, prima di programmare un qualsiasi impegno, mi informo bene, sull'orario d'ingresso, proprio per evitare spiacevoli inconvenienti, scocciature che mettono di cattivo umore.
Trovo un paese in fermento, un traffico sostenuto, la pioggia ha provveduto ad incollare a terra i tanti coriandoli, c'è ancora immondizia in giro, si capisce che la sfilata dei carri domenicale ha visto molti partecipanti e spettatori.
Trovo un parcheggio libero ad una certa distanza, pazienza, procedo in discesa. Serranda sprangata, nessun cartello che indichi cambiamenti di orario o altre informazioni, attendo fiduciosa, con il mio ombrello, che mi ripara, sul marciapiedi opposto all'entrata, posizione strategica.
Niente, la mia attesa non è premiata: tanti passanti, indaffarati, ma nessuno che alzi quella saracinesca che mi interessa. Provo a messaggiare con le mie amiche del posto, magari riesco a prendere un caffè caldo in compagnia di una di loro; niente, sono al lavoro, non si possono allontanare. Non mi resta che tornarmene a casa, "con la coda tra le gambe", indispettita: non mi piace perdere tempo e tanto meno sprecare carburante.
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