Mai disconnettersi dai propri bambini, mai "abbandonarli" in un angolo a giocare con qualsiasi aggeggio senza offrire spiegazioni adeguate, mai rinunciare a un tempo dedicato solo a loro, mai sedersi a tavola senza confrontarsi e discutere.
I bambini hanno bisogno di sentirsi amati, al centro delle nostre attenzioni, siamo i loro modelli comportamentali, ci osservano sempre come noi osserviamo loro e ci imitano.
Le nuove generazioni non sono abituate all'attesa, ad aspettare uno svolgimento e ancor peggio ad ottenere dei risultati con impegno prolungato, questo per avere tutto a portata di clic, quando si apre un mondo sì virtuale ma esistente, probabilmente falso o almeno sfalsato, popolato da personaggi che sanno bene come porsi, cosa dire e quando agire.
Non si può certo evitare la tecnologia, non si può isolare la prole dal resto del mondo, informatico, veloce, connesso ed efficiente, quantomeno per un futuro lavorativo basato sul globale, ma non dobbiamo mai dimenticare lo sguardo, lo scambio di emozioni, sensazioni, giudizi e informazioni.
I bambini hanno bisogno di un libretto delle istruzioni per stare al mondo, delle raccomandazioni degli adulti, di una guida sicura e rassicurante perché sono i genitori a decidere stando al di sopra dei figli, in posizione asimmetrica e non simmetricamente amici e solidali.
Per chiudere l'incontro la dottoressa ha letto questa meravigliosa poesia
Se (Lettera al figlio, 1910)
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