domenica 4 dicembre 2016

ARIDATECE IL NATALE DI UNA VOLTA

 Non mi stancherò mai di scriverlo e continuerò finché morte non ci separi: sono profondamente contraria e sentitamente indignata per questo uso abnorme e fuori controllo dell'idioma anglofono che impera sui nostri cartelli pubblicitari, stagionali, vacanzieri e scolastici. Direi che sia proprio giunta l'ora di finirla con questo continuo ammiccamento al vernacolo estero, questo ricorso forzato al motto inglese: tali spunti europei non fanno per niente bene alla nostra povera e diseredata lingua nazionale.
 E ora mi ritrovo a leggere sui manifesti/pubblicità per gli eventi natalizi della mia terra tutti titoli e luoghi stranieri, come se il presepe, il mercatino e l'animazione per i pargoli non avvenisse nel centro storico de noantri ma a Times Square o all'ombra del Big Bang, ma dico io?
 E basta! La smettiamo, che poi perdiamo il contatto con la nostra lingua madre? Vogliamo invece parlare dei temi dei miei alunni che aspirano ad un diploma? Sintassi non morire, stiamo provvedendo con l'ossigenazione artificiale!
 E del perfido modo di abbreviare anche il nome del giorno della nascita del Bambinello con quella X così misteriosa per me all'inizio, in tempi non sospetti, poi per fortuna sono venuti in mio aiuto i conoscitori dei segreti alla Harry Potter.
 Purtroppo con estremo rammarico leggo anche di gruppi archeologici, di lettura e di intrattenimento nostrano intitolati in modo che invece di ricordare l'Anglia e la Sassonia di Giulio Cesare ricordano le canzoni dei Beatles e ho detto tutto...
 Questa sera non voglio passare per bacchettona, ma partecipare ad un vernissage o ad un'inaugurazione fa la differenza, Natale di Speranza e Amore è tutta un'altra magia rispetto a Peace & Love.
 E con questo chiudo: vi ricordo che ogni giovedì pomeriggio ci ritroviamo in biblioteca noi laudatores temporis acti per leggere e allargare le nostre conoscenze.

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