venerdì 30 dicembre 2016

TUTTO MOLTO INTERESSANTE

 Per il titolo di questo articolo parto dalla canzone/tormentone che i miei pargoli continuano imperterriti a cantare, ancheggiando e piegando i gomiti, questa è la realtà però.
 Stavo discutendo con le mie amiche di ciò che si vede e si legge sui social, quanto il tutto sia vero o frutto della fantasia più o meno sfrenata di professionisti dell'apparire: sono vite reali o costruite, vere o volute, desiderate e completamente fuori dagli schemi "normali"?
 Per molti i social non aiutano a rimanere con i piedi a terra, tutto sembra fasullo, come se si volesse far scattare l'invidia negli altri che guardano e scorrono foto e riprese, ma poi non è questo ciò che conta, anzi...
 C'è chi sbircia, che invidia, chi scuote la testa e chi prende in giro, che canzona e sputt@n@, ma seguire passo passo la vita degli altri sui social non la trovo un'attività appagante, importante o lusinghiera; come non ritengo fondamentale postare ogni minuto dell'esistenza; anche chi non condivide tante foto respira fuori dall'acqua, si barcamena insomma.
 Rimaniamo con i piedi per terra, nessun divismo, occhio ammiccante, bocca carnosa rossosangue, pantacollant leopardati, specie se l'età non lo consente più, qualcuno addirittura sembra dimenticare che tra gli "amici" annovera anche la prole: si è belli e impossibili solo nel mondo reale, specie se le foto pubblicate sono un tantino ritoccate, magari di rosa e sfumate, peggio.
 E allora come dice Rovazzi, che ormai è diventato uno di famiglia,

 E della tua foto dove sbocci in discoteca
attenta che ti mostro il ca*, che me ne frega
Guarda guarda guarda
il ca* che me ne frega
aspetta che ti mostro il ca* che me ne frega

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