L'appuntamento presso la Chiesa di Sant'Agostino è per le 17:00, precisi, per prepararsi: il coro d'Istituto partecipa alla commemorazione, accanto al Coro polifonico dei grandi, dopo la celebrazione presieduta da padre Valdo.
Le persone prendono posto, in prima fila il sindaco e via via tanti: la messa è un momento molto sentito, specie quando vengono letti i nomi in ordine alfabetico dei 188 civili rimasti uccisi; il sindaco nel suo discorso spiega anche perché tante vittime, perché concentrate in quei luoghi e i bambini ascoltano curiosi ed interessati, perché tra i cognomi ci sono anche alcuni conosciuti, magari il proprio.
Il coro dei grandi propone canti patriottici, storici e già ci commuoviamo, ma quando scorre il Nabucco è pelle d'oca, riflessione e silenzio; poi i piccoli coristi, belli nel loro colore blu, sull'attenti e occhi fissi sulla professoressa Barbierato; alla destra del pubblico il professor Achilli accompagna l'esibizione, si comincia con La città dei bambini, poi i pezzi in lingua straniera, c'è di che andare fieri.
Speciali i piccoli quando cantano impegnati, fermi e preoccupati di non sbagliare, mentre intorno gli adulti sono indaffarati a riprendere, fotografare e salutare per farsi vedere e riconoscere.
Insieme per il Signore delle cime, impeccabili, poi l'Inno Nazionale, che non ci si lasci andare a cori o affermazioni da stadio, non facciamo figure...
E alla fine di tutto, veloci si esce dalla chiesa per seguire la banda fino in piazza e oltre, per posare una corona, per una preghiera e il Silenzio del maestro di banda.
La nostra celebrazione,il ricordo dei civili indifesi, inermi sotto le bombe alleate.
Sono passati 75 anni, pochi i testimoni oculari superstiti: ecco perché i bambini devono sapere per poter tramandare, per capire e costruire un mondo migliore.
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