giovedì 7 ottobre 2021

SE ALZANO LA MANO

  ...Tutto il braccio, oserei dire.

 Sei in classe e ti agiti: moduli la voce, svolazzi la mano, afferri il gesso e ti avvicini alla lavagna. Segni, rimandi, frecce, anche colori diversi.

 Scrittura in stampato grande, piccolo, corsivo; le spunte o gli occhielli.

 Ti giri e li guardi negli occhi, uno ad uno e chiedi fiera: Avete capito?

 Cammini tra i banchi, a passo felpato, sbirci i quadernoni: i loro appunti sono un mistero geroglifico, ma tant'è devi appoggiare l'estro, il colore degli evidenziatori, le penne cromate. Cadono temperini, fogli volanti, matite spezzate, ma non fa nulla tu sei fiduciosa.

 E loro? Battono dapprima le palpebre, due volte e ti guardano muti, forse alzano e abbassano il mento, provano a mimare un sì, poco convinto. Qualcuno si agita e perde l'equilibrio del braccio che sorregge la guancia.

 Siete sicuri di aver afferrato tutto il discorso?

 Certamente.

 E i colleghi: borse di stoffa ricche di libri, attrezzi diabolici che riproducono melodie, microfoni, cartoncini di varie forme e colori, portatili, lettori, saponetta per internet, giornali, ritagli, modellini di corpo umano, apparati, pennelli e pennarelli, riciclo creativo, cuffie...

 Chiede ogni docente animato di spiritosantoscolastico e buoni propositi: avete qualcosa da rivedere? E la vedi, la mano che si alza, l'indice sinistro sorretto al polso dalla mano destra, la vedi e speri in una domanda compiuta, che ti metta in difficoltà per quanto risulta elaborata.

Posso andare in bagno?

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