Oggi avrebbe compiuto 99 anni se non se ne fosse andato troppo presto don Milani, il priore di Barbiana, dalla realtà pedagogico-sociale che tanto ancora fa discutere.
A parlarcene in classe la professoressa di religione, Silvia Pieri che ha curato e approfondito il pensiero di don Milani per la sua tesi di laurea.
Tosto il prete e moderno, all'avanguardia per la sua concezione di educazione, impegno, importanza della lingua straniera, ma anche il saper nuotare e sciare.
Sempre abbigliato con il suo talare e gli stivali di gomma da vero montanaro, esiliato in quella frazione spersa a cui ancora oggi di arriva a fatica.
Le lezioni senza libri di testi, senza voti, senza banchi l'aula, all'aperto se possibile, la lettura dei giornali, la stretta connessione con il mondo circostante, contadino, povero, affamato.
Offrire un'opportunità, includere e non disperdere, formare in modo continuo e completo i ragazzi, tutti maschi e di diverse età: rivoluzionario, rosso, scomodo.
I ragazzi hanno potuto così ancora una volta approfondire una figura interessante del panorama italiano, uno che si dava da fare, che di spendeva per i suoi discepoli, senza lasciarne indietro alcuno.
Il dibattito su valutazione, verifiche, pagelle, documenti è sempre aperto, acceso e contrastanti le opinioni: la dispersione scolastica è una triste realtà, certi modi di insegnare se non inadeguati certamente da criticare.
E la bocciatura?
Grazie alla professoressa Silvia Pieri che si è prestata a questo interessante approfondimento per il progetto di Educazione Civica "Obbligo o verità " degli alunni della Salvo di Faleria.
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