Erika Di Traglia, classe '97, Novantasette, ha scritto un libro che è stato pubblicato più di un anno fa ed oggi pomeriggio lo ha presentato in biblioteca, al Paesello suo, e nostro.
Studentessa universitaria, in giro per l'Europa per due esperienze Erasmus e scrittrice, alle prese già con il seguito di questo, ma in mente fremono altre idee, dice, meno lineari più fuori dal coro.
Intanto deliziosa la busta lasciata su ogni sedia contenente un biglietto di ringraziamento e una pagina fronte/retro di anticipazioni. Deliziosa lei e molto matura, sicura nel parlare e spiegare il suo punto di vista, il modo di lavorare e approcciarsi a quel genere che, ignorante io, ho cominciato a conoscere proprio dal suo romanzo, categoria Giovani Adulti.
Due fidanzati, problematico lui quanto bello, delicata e responsabile la ragazza, il tutto si svolge in una realtà lontana dalla nostra, immaginata.
Erika appare padrona della situazione, bella ed elegante, si rivolge a noi del pubblico più volte ringraziandoci per la presenza, il tempo a lei concesso, i messaggi pubblici e privati, l'affetto che sente avvolgerla.
Una vera gradita sorpresa, un giovane talento che non mi aspettavo di incontrare: il momento buio di smarrimento da cui prende il via la scrittura liberatoria, la ricerca di incoraggiamento prima e apprezzamento dopo, la messa a punto dei personaggi, delle voci narranti, della struttura del racconto, il filone "alla moda" a cui far riferimento.
Complimenti per esserci riuscita, tenacia e determinazione non sono mai abbastanza, ma Erika ha dimostrato già di possedere le idee chiare, forza di volontà e umiltà di lavoro.
AD MAIORA.
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