Siamo arrivati puntuali all'appuntamento e con grande sorpresa la sala brulicava di persone sorridenti e amichevoli, sedie tutte occupate, parete in fondo pronta con maxi-schermo montato, qualche strumento musicale, un leggio e una lavagna a fogli. Abbiamo atteso poco.
La padrona di casa ha aperto l'evento presentando l'artista e ringraziando i numerosi presenti.
Alessandro Vettori - alle sue spalle proiettato il testo manoscritto di Leopardi L'infinito - pur denunciando una certa tachicardia emotiva, ha intrattenuto, coinvolto, scritto, confrontato per più di novanta minuti un pubblico motivato ed esperto.
Nessun timido che si sia sottratto al caldo appello del poeta a esternare le motivazioni private e personali.
Alla fine abbiamo battuto le mani a tempo di musica improvvisata, perché quando Vettori ha chiamato i presenti a esprimere le proprie emozioni artistiche, dal gruppo si sono staccati una cantante, un pittore e tre musicisti. Ci siamo così ritrovati circondati da una performance presentata e iniziata come individuale, ma terminata come collettiva.
Una grande emozione coinvolgente, di musica in sottofondo e di parole tracciate, intrecciate, disegnate, sussurrate.
Per noi una prima volta, un modo di far arte toccante, completo, nuovo.
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