mercoledì 5 novembre 2014

GIA' CATULLO LO SCRIVEVA...

Ho organizzato una cena a casa mia per sabato sera con mio cugino e qualche amico, mi piace la compagnia di persone che mi vogliono bene, con cui ridere e distrarmi. Nella risposta all'invito era espressa anche la domanda "Cosa portiamo noi?" e come prima battuta ho cercato di sorvolare, per non sembrare scortese, profittatrice e cuoca svogliata.
Poi è saltato fuori il dolce e anche da bere, bibite a scelta.
Allora ho associato la situazione ad un carme di Catullo, uno dei più conosciuti e commentati, il 13° che recita così:

Cenerai bene, o mio Fabullo, a casa mia
tra pochi giorni, se gli dei ti sono favorevoli,
se porterai con te una buona ed abbondante
cena, non senza una bella ragazza
e vino e sale e ogni risata.
Se, dico, porterai queste cose, bello mio,
cenerai  bene; infatti il borsellino del tuo Catullo
è pieno di ragnatele.
In cambio però riceverai amicizia sincera [oppure: un’autentica delizia]
o se c’è qualcosa  di più dolce e di più elegante:
ti darò infatti un unguento che alla mia fanciulla
donarono le Veneri e gli Amorini;
e quando tu lo annuserai, pregherai gli dei,
o Fabullo, che ti facciano diventare tutto naso.

Fa proprio al caso mio!



Nessun commento:

Posta un commento