lunedì 24 novembre 2014

PERSONALI CONSIDERAZIONI DOPO "QUEL CHE RESTA DELL'ITALIA"

Domenica 23 novembre dalle 10:45, per circa tre ore, ho ascoltato esperti giornalisti e professori universitari parlare di Medio Oriente, terrorismo, zona euro, crisi finanziaria statunitense e tanto altro, ricavandone tanta amarezza e frustrazione, per la situazione economica stagnante, per l'indecisione che grava sulla moneta unica, per i sondaggi e per l'atteso messaggio di Napolitano circa il suo ritiro. 

Una non più giovane signora del pubblico ha tanto insistito, nel suo intervento, sul ruolo fondamentale del sindacato in Italia, mentre un altro presente ha focalizzato l'attenzione sui vari leader alternativi, che stanno sgomitando in varie nazioni europee; per concludere poi con una signora aggressiva e rampante, che ha sottolineato la non eticità di certi atavici comportamenti italioti, quali il non rispettare la fila e incoraggiare le mafie.

Bene, tutto giusto. O quasi.
Nel mio quotidiano, non sento pressante la paura di un attacco terroristico, non ho ben memorizzato i discorsi e le promesse del Presidente degli Stati Uniti, non conosco tutti gli avversari politici degli odierni governanti europei.
Però sono una madre di famiglia che deve crescere tre bambini con una situazione economica familiare che definire traballante è poco.
Mi sono diplomata al classico e laureata con il massimo dei voti: lo Stato ha provveduto quindi alla mia ottima formazione, ma non al mio impiego, tempo e soldi persi.
Abbiamo un futuro sospeso, gravato dal debito con la banca per l'acquisto della prima casa, una.
Quindi ho dato tanto, credo nell'avvenire della mia nazione, lo faccio soprattutto per i miei figli.

Mia sorella, più giovane di otto anni, si è diplomata e laureata in lingue. Tanti anni fa per studio ha conosciuto la Spagna, se ne è "innamorata" tanto da decidere di abbandonare la sua nazione e trasferirvisi in modo definitivo, poi si vedrà. Lavora, è indipendente, paga l'affitto di un appartamento, non ha alcuna intenzione materna.

Chi ha "indovinato", chi ha fatto la scelta giusta, che resta dell'Italia?

 

Nessun commento:

Posta un commento