Noi che ci lamentiamo delle calorie, noi che gustiamo ogni piatto come se non ci fosse un domani, noi che apprezziamo chi ci invita e prepara prelibatezze, noi che per il resto dell'anno ci lamentiamo con la bilancia... No, non si fa!
Appuntamento in piazza centrale, c'è il ponte del traguardo imponente che ti guarda e che ti sfida; c'è Mario al microfono che spiega il percorso, illustra le regole e accoglie gli atleti, ah gli atleti! Quelli sì che possono mostrare i muscoli, il fisico tonico, la ferrea volontà e l'inappetenza natalizia.
Ci sciogliamo, ci scaldiamo a ritmo per circa quindici minuti: davanti a noi si sistema una giovane che ci guida nei movimenti dolci, ma cadenzati: batti le mani, piede destro su, alza l'altro, ricominciamo...
Comunque, ci dividiamo in tre gruppi: ad ognuno la sua specialità, ad ognuno il suo palloncino colorato; chi cammina - e non diciamo che si tratta di una passeggiata! - deve procedere dietro al bianco, bene: ore 10:30 partenza, concentriamoci.
Scattano prima quelli che fanno sul serio, quelli che ti doppiano e ti triplicano quando a malapena tu affronti il rettilineo, bene, ma non benissimo, la mia autostima si perde lentamente per strada, colpa anche delle foto che devo scattare per dovere di cronaca, suvvia!
Passeggini, mamme in forma, bimbe col frontino, uomini e ragazzi: un bel gruppo che in circa trenta minuti compie il "giro del Sor Pasquale", un classico, assolato, splendido panorama del paesello nostro.
Ad ogni incrocio un uomo che regola il traffico, piccoli segnali sull'asfalto a indicare il percorso, i cosiddetti cinesini e all'arrivo un banco stracolmo di bibite calde e dolcetti per rifocillare gli affaticati, neanche la scusa di partecipare alla terza edizione per rassodare il fisico, che ti accolgono con la cioccolata calda squisita, ma dimmi un po'...
Grazie a chi ha organizzato - ciao Mario! - e a chi ci ha soccorso - ciao Laura!
Un saluto speciale alle Fatine del Sorriso presenti con le loro creazioni, uomini e donne che riescono ad accendere anche il piu spento dei volti e il piú triste degli sguardi.
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