Oggi, ultimo giorno della settimana e ultimo di lezione, prima della pausa natalizia: recite, di quelle impegnate e impegnative, come d'altronde quelle di ogni classe, di ogni ometto o donnetta alla prese con canzoncine, rime, poesie e saluti.
Adoro le recite, saranno ormai fuori moda, antiche, sorpassate e solo fonte di grida e battibecchi mediatici? No, non lo voglio credere.
Il Natale ha un significato, ha un senso profondo e il ritrovarsi nell'aula magna della scuola esalta questo messaggio, a mio parere; fonte di stress per le insegnati, gioco continuo per i pargoli: trova i testi, rimani in fila, fate un passo avanti e sorridete sempre... Ma senza le canzoncine, senza Gozzano e il campanile che scocca la Mezzanotte Santa, cosa rimarrebbe dei preparativi ai bimbi? La letterina con le richieste tecnologiche e poco altro; invece l'esercizio della memoria, l'emozione e il confronto con gli altri amichetti, l'unione e l'incoraggiamento, le prove e la coordinazione delle vocine davanti al microfono...
E poi dimostrare ai grandi di sapercela fare, di cavarsela, tenere a bada l'emozione, sorridere e salutare, la prima fila che recita e stringersi le manine; ci dimentichiamo dell'esibizione inglese.
Ormai i nostri giovani sono esperti, poliglotti alunni del Duemila.
La parte migliore, comunque, il balletto finale o come ha specificato il piccoletto il flash mob: lì veramente si nota la coordinazione dei corpi, la differenza tra le signorine, ballerine, e il resto di cestisti e calciatori, poco ritmici, diciamo!
http://www.letturegiovani.it/semprenatale/natale/grandi_autori/la%20notte%20santa.htm
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