Ultimo incontro, quattro ore, due parti: una prima lezione di libri metodologie e premi, una seconda di lavoro pratico su obiettivi e domande guida.
Due relatori, Marco Dalla Valle e Maria Greco, esperti e formatori, una cinquantina di partecipanti insegnanti di secondaria di primo grado, appassionati lettori.
Leggere il libro giusto, trovare la storia adatta, staccarci dalla modalità docente/discente prestazione/valutazione, la biblioterapia è altro dalle attività didattiche, a cominciare dall'assetto della classe, i gruppi di lavoro e le parole.
Scegliere il libro facile non è, ci deve conquistare, suscitare interesse per essere terapeutico e vicino al sentire dei nostri ragazzi, provare anche la poesia, la costruzione di rime versi e pagina scritta. Magari seguendo il caviardage.
Premi, progetti, giornate di incontri e laboratori: accattivare alla lettura, convincere i ragazzi a lasciare andare giochi e telefonini è una sfida continua, quasi impari se non si possiedono le giuste "armi", benissimo gli albi illustrati o i libri senza parole, da sfruttare anche in modo interdisciplinare.
La seconda parte è stata un confronto tra colleghi divisi in piccoli gruppi di lavoro: suggerimenti di letture, pagine significative e obiettivi calibrati su ipotetici alunni.
Nel mio gruppo le colleghe di Civita e altre tre per discutere di coraggio, punti di vista, carattere dei personaggi e prese di posizione, in un mare in cui nuotano coccodrilli e la scuola viene abbattuta, nonostante sua stata edificata dal lavoro congiunto delle famiglie.
La formazione, la passione e i titoli che ti rimangono impressi. Biblioteca per biblioterapia, pronti ad un'altra sfida.
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