Spettacolo in un unico atto di circa cinquanta minuti, Compagnia teatrale amatoriale affiatata e collaudata, gruppo di volontari magici e raccolta fondi.
Dopo qualche anno di silenzio, il teatro ha ritrovato l'unione tra le Fatine e la Vojola ed è stato bellissimo: la magia del Natale da salvaguardare, la realtà storica e religiosa, l'interpretazione moderna e la deformazione social. Riflettere sulle nostre scelte, cercare l'approvazione degli altri, accontentarsi di quanto si trova a buon mercato e a portata di mano, mascherare il sentimento con un'imitazione.
È sempre un piacere ascoltare gli attori recitare in dialetto, ridere all'unisono di una battuta, osservare le espressioni serie di un attore comico che cerca l'approvazione del compare.
Ci siamo ritrovati in tanti tra platea e galleria, per ridere di gusto e fermarci a considerare che effettivamente oggi ci si accontenta troppo del superficiale perdendo di vista l'essenziale, il messaggio originario di amore incondizionato e pace tra gli uomini.
Mentre scrivo queste poche righe di cronaca della serata mi arrivano messaggi, foto, video che mi commuovono perché sentirsi parte di un gruppo che infonde coraggio, raccoglie idee e regala sorrisi in modo totalmente gratuito e solidale è una gioia immensa.
Ho portato qualche frase sulla scaletta di ferro accanto al Presidente dell'associazione per ricordarci che donare non è un dovere ma un privilegio, che cercare di alleviare il dolore è una missione e che nulla in questa Vita purtroppo è scontato.
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