Quando ho letto l'articolo sul giornale sono saltata sulla sedia, letteralmente. Un istituto comprensivo che rende omaggio ad uno degli artisti più grandi e conosciuti dell'arte contemporanea con una mostra di opere realizzate dagli alunni a La Quercia è un evento da non perdere, tanto più che si annuncia anche una battuta d'asta in favore della Caritas diocesana dopo l'inaugurazione.
Ore 17:30 inizio della manifestazione, in un caldissimo pomeriggio domenicale che alla cultura fa preferire un tuffo marino.
Delusione.
Sia ben chiaro, non per gli egregi lavori dei bambini - tavole quadrate di legno marrone schizzate da tante pennellate di colore, alla maniera del grande artista, appunto, con tanto di titoli fantasiosi e simpatici. Ma di fanciullesco, di creatività, di disordine scolastico neanche l'ombra, come si suol dire, cioè i lavori sono incastonati in cornici di legno anch'esse bianche, appesi alle pareti o su pannelli al centro delle due sale in perfetto e simmetrico ordine, alla stessa altezza, tutto è lindo, pulito, asettico, troppo bianco.
Avevo pensato a un'ambientazione colorata, movimentata, con opere sparse, fotografie e riferimenti al laboratorio seguito dagli alunni, pannelli esplicativi del progetto e delle forze scese in campo. Nulla.
Allora ho fermato un bambino, che orgoglioso mostrava la sua realizzazione ai genitori e gli ho chiesto di illustrarmi la tecnica e il perché di tale risultato finale: mi ha ingarbugliato una timida spiegazione, mentre la madre mi ha informato che l'asta non si sarebbe più effettuata.
Peccato, una mostra per adulti ben informati, che ha ben poco di divulgativo per visitatori al di sotto di una certa altezza fisica.
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