lunedì 22 febbraio 2016

I PROFESSORI, NO...

 Quanto rumore crea una brutta notizia su una docente del viterbese, e a buon diritto, certo.
 Quanto dolore per un alunno morto in classe, durante una delle tante lezioni quotidiane, infinito per i genitori, i compagni increduli.
 Questi casi non si discutono, lasciano solo amarezza, dispiacere e voglia di urlare contro.

 Però, senza parlare da saputa, vorrei spezzare una lancia per i miei temporanei colleghi, quelli che hanno studiato una vita per specializzarsi, abilitarsi, dietro il continuo rinnovo delle regole, delle competenze e non vedono ancora la luce oltre il tunnel.
 Ogni giorno in sala professori ognuno racconta un aneddoto spiacevole, si cerca la solidarietà degli altri, si cerca conforto e consigli per arginare la maleducazione verbale e fisica di giovanotti più alti del docente, per niente intenzionati ad ascoltare nozioni troppo lontane nel tempo e nello spazio dalla loro vita globale e attuale.

 Chi viene alle mani, chi ti manda direttamente all'altro paese, chi messaggia anche dopo il sesto rimprovero, chi fa colazione inzuppando i cioccolatini nelle finte bevande del distributore sul banco mentre si interroga...Chi parla di questi nostri giovani?
 Ogni giorno i miei alunni mi raccontano orgogliosi di come sono riusciti a far piangere i loro insegnanti lo scorso anno, "un vero mito", commentano e c'è chi si esalta ricordando quanto si è divertito a scuola, anche se questo gli è costato l'anno per la bocciatura.

 Convocati i genitori, molti tentano di negare, anzi giurano di un figlio di tutt'altra razza a casa, tranquillo e sereno, per niente manesco, ci mancherebbe...
 Allora, cosa si suggerisce?


Scultura di Rinaldo Capaldi

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