mercoledì 22 marzo 2017

PREPARIAMOCI!

 Nessuna polemica, solo il racconto di ció che ho ascoltato e qualche considerazione...

 Ieri una bella signora, vicina alla pensione ma giovanile, in forma, in tiro, in ghingheri, insomma con tutti gli accessori a posto, si pavoneggiava un poco raccontando della sua vita extra: felicemente divorziata, due figli maschi autonomi e affettuosi ormai fuori dalle...mura domestiche, é corteggiata da uomini piacenti, a cui non sogna nemmeno lontanamente di legarsi, nessun rapporto serio, vita da singol sfrenata: cene con colleghi, lezioni di salsa e baciata, aperitivi con le amiche e piccole soddisfazioni di varia natura. Dopo aver passato l'intera sua esistenza dedita alla famiglia e al lavoro, per lei é arrivato il momento di pensare a sé stessa, a ciò che sente e prova, basta cosi.

 Ho almeno venti anni meno di lei, a giorni alterni mi vedo sfatta e schiacciata dai pensieri, povera per quel che mi piace perché c'è sempre qualcosa di più urgente da acquistare per i pargoli, ma va bene cosi, dal mio punto di vista é giusto che mi prenda cura dei figli che ho messo al mondo, prima loro, con mille esigenze, poi il resto...
 Però mi rendo conto che il resto non ha mai un posto ben definito nella vita delle donne: quando mi confido con le mie amiche non si parla che di pediatra, controlli, vaccini, malattie, maestre, scuola, compiti, cambio-stagione, compleanni, regali, letterine... E noi?
 Difficile avere un momento intimo, libero, vuoto, neanche in bagno, si sa.
 Allora, dobbiamo consumare la nostra esistenza e ritrovarci in là attempate, doloranti, tinte e libere? Non so che pensare; ho in mente mia nonna materna, classe 1915, con abituccio nero, sottana e capelli raccolti; mia madre é solo un poco più svecchiata, ma tradizionalista, riservata, casa e chiesa.

 Che ognuno si comporti come crede, che agisca come si sente, per non avere rimpianti e rimorsi, mai; con tutte le conseguenze annesse e connesse alla vita e alla mentalità del paesello, altrimenti via, lontano.

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